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5 - La conquista dell’Amore divino è in Canaan


Se la conquista dell'Amore divino potesse sembrare più facile da una logica ben strutturata come quella della moglie lo è più concretamente, specie quando quest'ultima riceve l'appoggio del marito per amore, sarebbe tralasciare la natura della logica che ha generato questo amore, dal quale nessuno può estrarre il vero riferimento dell'Amore divino in lui, al livello dell'uscita dal deserto. Se ognuno ha effettivamente la parola di Dio per portarlo a correggere adeguatamente la programmazione effettuata sulla base della logica sotto tutela, per produrre qualsiasi forma di azione, ognuno è però costretto a questo livello, ad usare il suo QE per correggerne questa programmazione al meglio, secondo la sua personale interpretazione di essa. Colui che ha bisogno della minima correzione della sua programmazione è quindi il più sicuro nel buon uso di ciò che per lui rappresenta l'Amore divino ed è in questa certezza che la comunione con lo Spirito Santo, in buona gestione da parte di ciascuno all'«uscita del deserto”, porta alle coppie una chiamata divina, identica a quella del popolo ebraico durante la propria uscita dal de Quelli, i cui uomini e le cui donne sono strutturati su una buona programmazione della loro logica iniziale, sono quindi chiamati a investire nella chiesa ed entrambi mantengono il loro modo di fuzionamento dominando i loro desideri limitato dalla paura, per servire da riferimento per altri nel rispetto della Parola di Dio. serto. Come quelli installati ad est del fiume Giordano, servì da supporto per coloro che erano chiamati ad entrare in Canaan, questo riferimento non è certo perfetto e genera molti chiese, ma corrisponde alla migliore gestione possibile dalla logica sotto tutela, guidata da Dio in Gesù Cristo, sulle base del Canaan di ieri. L'aggiunta delle specificità di ciascuno in queste coppie, consolida il loro vecchio sistema emozionale nel rispetto della parola di Dio, ma rende loro più difficile rendersi conto della necessità di riscrivere in loro, questo che abbiamo chiamato controllo parentale. Per gli altri, che sono quindi chiamati da Dio ad entrare nella conquista della loro "terra santa", solo la donna rimane identica alla chiesa su questo modo di fuzionamento, per la sua maggiore precisione nel restare sui valori di la sua genetica. Il marito è quindi chiamato a gestire per amore, senza dominare i suoi desideri con i coefficienti correttivi del suo QE, per evidenziare la cattiva programmazione e diventare vincitori. Se dunque la conquista di Canaan è stata fatta ieri con l'appoggio di quelli installati ad est del Giordano, il riferimento necessario per la conquista di Canaan oggi nell'Amore divino, può dunque essere fatto solo nel rispetto della Canaan di ieri, di cui la donna e la chiesa diventa così depositaria di questi valori proprio come Israele, perché Gesù non è venuto ad abolire la legge ma ad adempierla.

Così come Dio non ha fatto compiere tutta in una volta la conquista di Canaan, non permette che l'intero sistema emozionale di questo marito venga capovolto all'istante, ma gradualmente lo porta a ricoprire tutta la sua struttura emotiva in questo nuovo modo di fuzionamento per amore. È quindi chiamato a rilevare gradualmente la cattiva programmazione che lo porta al cattivo atto con la giusta emozione di fronte alla situazione che sta vivendo e Gesù lo porta così a rivedere, se possibile, tutto il suo sistema emozionale. Dopo ogni presa di coscienza della cattiva azione programmata, è dunque nella vera grandezza della tentazione di peccare, che il suo unico libero arbitrio deve appellarsi a Gesù affinché non compia questa azione, col fine di aprirgli il diritto di riscrivere nel divino natura, l'azione corrispondente alla giusta emozione.

Non siamo più ai tempi dell'Antico Testamento in cui era il peccatore ad essere eliminato per eliminare il peccato, ma il compimento fisico, che l'Antico Testamento rappresenta in prefigurazione del compimento spirituale del Nuovo, è tanto più importante in quanto il programmato parte del nostro sistema emozionale che chiamiamo "noi", è ciò che dobbiamo uccidere con l'aiuto di Gesù.

Se la cosa può sembrare semplice, non lo è affatto nella vera lotta della conquista dell'Amore divino, perché è nella sua sincerità che ciascuno è intrappolato da ciò che posede, come lo fa lo hanno stati i ebrei guidati da Giosuè. Se le prime tribù si erano rapidamente insediate ad est del Giordano, non fu così con la presa di Canaan attraverso la quale il Signore mirava a renderle rispettose delle sue regole con precisione e questo va da anche per il marito chiamato da Dio in questa conquista. Se usiamo generalmente il futuro, quando parliamo del fatto che resterà solo l'Amore; dalla Crocifissione, solo questo Amore rimane come primo obiettivo per il marito che è chiamato da Dio a conquistare la sua “terra santa”, anche se è indispensable per lui rispettare la Parola di Dio sul valore della Canaan di ieri, per acquisire la sua natura divina. Se come ogni essere umano, era stato fino ad allora costretto a correggere il suo amore egocentrico, mediante l'azione del suo QE, per rendere accettabile l'azione risultante, nel giorno in cui questo QE deve essere usato nel suo valore minimo, un risultato simile ovviamente diventa totalmente impraticabile a lui senza commettere errori. Non è però per indurlo a sbagliare che Gesù lo conduce così, ma è da un lato per evidenziare l'azione programmata nascosta dalla sua buona volontà e dall'altro a causa della riscrittura di questa programmazione nella natura divina, soprattutto codesta non dovrà più essere corretta per rimanere conforme a questa natura divina.

La parola "conquista" può sembrare di per sé un'aberrazione riguardo all'Amore divino, poiché l'Eterno Dio ha dato il suo Figlio unigenito affinché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna e che Gesù offra questa vita a ciascuno di coloro che vogliono seguirlo. Se questa conquista è tuttavia necessaria, non è che Gesù non ce la voglia donare, ma perché corrisponde alla cancellazione di quello che abbiamo chiamato il "controllo parentale" di questo tutor repressivo.

Chi è chiamato da Dio a questa conquista, è allora portato a condurre la lotta contro ciò che questo tutore e la sua logica hanno costruito in lui e che fino ad allora doveva correggere come meglio poteva con il suo QE. Finché l'emozione lo portava a un sentimento la cui programmazione era sufficientemente correggibile per produrre l'azione giusta secondo la sua interpretazione della parola di Dio, allora la persona poteva agire in qualsiasi verità individuale. Se invece questa programmazione non portava ad un'azione contenuta entro un buon range di utilizzo dal proprio QE, non era più l'azione che doveva correggere, ma il sentimento stesso. Questa scelta di sentimento lo portava a dover influenzare la sua emozione iniziale verso quella che gli avrebbe permesso di utilizzare altra programmazione, e in ciò una falsa verità. Il suo cervello poi ne teneva conto in alcuni contesti più che in altri, ma produceva le false verità che Gesù vuole riscrivere ed è per questo che ci ha detto: E la verità vi farà liberi!

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L'impiego per amore in tutta la verità emotiva della persona interessata, senza correzione da parte del suo QE in età adulta, lo pone quindi di fronte alla sua costruzione iniziale a cui il suo cervello aveva gradualmente imparato a correggere l'errore nella maggior parte della sua vita. In ogni situazione simile a quella precedentemente corretta dal suo QE, se non ricorre all'aiuto di Cristo, come vedremo presto, gli sono possibili solo due risultati: o dovrà tornare alla correzione dal suo QE e il suo vecchio sistema, come Giosuè e gli anziani furono tentati di fare dopo la sconfitta di Ai in Giosuè 7, ma nel dovere di ritornare a questa falsa verità, o la cattiva azione programmata nel sentimento iniziale, per rimanere vera, ma con il dovere di pentirsi per continuare la buona battaglia.

Ecco come questa conquista della nostra terra santa si trova nei nostri ben gestiti “pentimenti”, di ciò che sinceramente confondiamo con l'Amore divino ed è quindi il cattivo risultato delle nostre presunzioni, che apre la nostra comprensione a scoprire le colpe del nostro amore umano egocentrico, in relazione all'Amore divino che Gesù vuole scrivere in noi, mediante la riscrittura del nostro spirito iniziale.

È questo “pentimento” davanti a Dio che diventa fondamentale per permettere di rilanciare un nuovo tentativo di vittoria nel giorno della sconfitta, anche se questo pentimento non si trova nella coscienza reale dell'errore, poiché si trova per l'interessato nella un tentativo di agire per amore, mentre in lui questo amore non ha il vero riferimento divino. Così come il figlio non può pentirsi di ciò che non ha già riconosciuto come ingiusto, il marito che si trova alla conquista della sua Canaan, può solo accettare di credere che è in un errore, con la buona volontà di non riprodurlo, sebbene egli stesso sia nella convinzione del contrario in relazione all'amore. Per convincerlo, allora ha solo dialogo con lo Spirito Santo nella preghiera, per portargli la comprensione di questo errore, poiché solo lo Spirito Santo nel suo cuore è soggetto alla sua vera cattiva programmazione, che porta l'interessato ad accettare il cattivo risultato come verità secondo Dio.

L'amore costituisce dunque altrettanti fari necessari per il suo cammino verso Dio, al di là della parola di Dio e chi si lascia trasportare da un amore appassionato, non ne sarà necessariamente consapevole in questo momento, non più che in suoi analisi successive in generale. Spesso scoprirà l'errore solo attraverso il risultato prodotto sulla moglie, rimasta nel suo vecchio modo di operare, sui buoni valori della Parola di Dio ed è per questo che è così fondamentale non andare avanti da soli, ma anche che il marito ama sua moglie come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei. Sono spesso i limiti attraverso i quali rifiuta di perseguitare la sua moglie, che lo porteranno a interrogarsi, nel “pentimento” davanti a Dio. Anche per questo la chiamata divina è fondamentale poiché l'uno e l'altro in ogni "duo" devono essere disposti e investiti di questa chiamata, affinché Dio possa sostenere ciascuno negli obiettivi che Dio gli pone dinanzi.

È in questo che lo Spirito Santo è fondamentalmente diverso dal semplice spirito sotto tutela che già investiva l'homo sapiens, perché è la terza persona di Dio e può perciò guidare le specificità di ciascuno in una benefica complementarità ad entrambi. L'uno è poi guidato nella correttezza della parola di Dio, per condurre l'altro verso l'Amore costruito su questa correttezza, mentre il suo è costruito sui semplici desideri. L'obiettivo di Dio in Gesù Cristo è che a termine l'umanità entri pienamente nel buon uso della totalità della sua vocazione genetica, senza mai traboccare, quello che rappresenta la vita in abbondanza in relazione a ciò che possiamo vivere oggi, se cerchiamo di non indietreggiarsi da Dio.

Gli aiuti dati al marito in tutto il suo desiderio di essere gradito a Dio nostro Padre, sono dunque umanamente la sposa e spiritualmente lo Spirito Santo nel cuore dell'interessato, dal quale emerge la presenza di Gesù e del Padre nei cieli, che gli permettono di prendere coscienza delle sue cattive analisi carnali, in cui il suo libero arbitrio dà ragione alla cattiva azione programmata. Ecco perché quando quest'ultimo si trova nell'emozione vera, non deve più acconsentire all'azione antica prima di produrla e appellarsi a Cristo Liberatore, senza però tentare di influenzare l'emozione stessa.

L'aiuto dello Spirito Santo e di sua moglie sono essenziali, per ottenere un buon risultato, perché la responsabilità del marito, di perseverare nelle vie divine, rimane totale davanti a Dio e davanti agli uomini. Se dunque la chiamata di Dio intervenisse senza queste protezioni, sarebbe come portare questo marito nella tentazione di peccare, mentre si tratta, al contrario, di una questione di fiducia data alla coppia per opera di Gesù in Croce, di vogliono entrambi ereditare il regno dei cieli già su questa terra.

Attraverso questa chiamata, Gesù intraprende così la riscrittura di ogni sentimento e questo è tanto più significativo se aggiungiamo all'Amore divino tutti gli altri sentimenti divini, costruiti su questo Amore, a cui il nostro QE cerca instancabilmente di dare ragione, adattandosi come meglio possibile ad ogni situazione vissuta. Questo è ciò che fa la chiesa, perché in tutta la sua buona volontà di correggere instancabilmente il suo QE, cerca di portare quotidianamente il giusto insegnamento a tutti, permettendogli una buona attuazione della volontà divina a seconda delle circostanze.

Se prendiamo come esempio concreto la Saggezza, quella che è contenuta nella logica divina è tutta edificata sull'Amore degli altri, mentre la saggezza umana è legata in parte all'amore egocentrico ma anche al timore del rimprovero, così come alla promozione della buon rispetto per la parola di Dio. Questa "saggezza" derivante dalla nostra logica sotto tutela, quindi, non corrisponde in alcun modo alla saggezza divina, poiché è la sintesi delle nostre paure di rimprovero o delle nostre glorie di buon rispetto che ci permettono di limitare i nostri desideri, inclusi o no a la volontà divina.

Questa falsa saggezza poi dà tante opportunità di condanna, per proteggerci dal peccato e diventa tante trappole verso la condanna del peccatore, per proteggerci dal peccato, piuttosto che confidare nello Spirito Santo, che non condanna nessuno. Per questo Dio vuole portarci molto di più, attraverso una sapienza che non porta alla condanna del peccatore, ma solo a quella del peccato. Il peccato di condanna non è per chi non conosce la parola di Dio, ma al contrario per chi la conosce molto bene. Egli sa che non solo lui stesso sarà giudicato con la misura con cui giudica, ma ha anche bisogno di far tacere nel suo cuore lo Spirito Santo, cioè Gesù e il Padre, per poter portare questa condanna del peccatore. Sono allora le sue presunzioni di buon uso della sua conoscenza che lo rendono orfano del Padre e gli fanno guerra all'anima, perché lo costringono al paradosso di usare ciò che è sgradito a Dio, per essergli gradito.

Gesù non è venuto a coprire il eterno processo "peccato / pentimento" ed è per questo che ciascuno dei sentimenti nell'uomo deve essere portato alla luce di fronte alla verità divina, così come in un popolo la verità di ciascuno non è necessariamente quella buona e quello di Acan in Giosuè 7, è lì per dimostrarcelo. Se la conquista di Gerico sembrava aprire le porte a una facile conquista soprannaturale, furono le sconfitte gestite in obbedienza a Dio per poter soddisfare le attese del Signore, che furono la chiave dei successi successivi e il cammino non è diverso oggi con tutte le moltitudini di perseveranza e pentimento che impone individualmente e in gruppo.

Troppo spesso commettiamo l'errore di credere che la riscrittura dello spirito in noi si compie attraverso la preghiera, nella comunione di Dio, anche nell'adorazione, perché allora ci crediamo armati per affrontare certe difficoltà. Questi momenti molto benefici sono utili per comprendere la volontà divina, o anche per comprendere i nostri errori passati, ma non per riscrivere lo spirito. Dopo aver attraversato il Giordano, l'errore di Acan non fu durante i preparativi per la conquista di Gerico, poiché questa preparazione nella lode e nell'adorazione permise a Dio di abbattere le mura della città. La caduta delle mura non era la conquista, ma ciò che avrebbe permesso a tutti gli ebrei di compiere spontaneamente questa conquista. Lo stesso vale per noi oggi, perché non sono le nostre buone motivazioni vissute in totale comunione con Dio, durante questi momenti privilegiati, che tradurranno le nostre emozioni in azione il giorno successivo. I muri del nostro ragionamento sicuramente cadono facilmente in questi tempi e permettono una migliore applicazione del nostro QE la volta successiva, se veniamo chiamati in chiesa. Per coloro che, invece, sono chiamati ad entrare in Canaan, questi momenti possono consentire loro di prendere coscienza della cattiva programmazione da riscrivere, in modo da poter fare appello a Gesù al momento giusto la volta successiva, per non usare questa cattiva programmazione.

Questa è una differenza fondamentale, poiché colui che è chiamato nella chiesa ne trae l'insegnamento per mettere in pratica ciò che sa, mentre colui che è chiamato alla conquista dell'Amore divino sa ciò che non deve fare, senza sapere cosa fare ed è per questo che deve ridiventare un bambino che scopre.

Non si tratta quindi soprattutto di imparare da nessuno, la correzione da applicare al suo vecchio sistema per mezzo d’il suo QE, ma di dire no alla vecchia programmazione al momento giusto, per comunione PERMANENTE con lo Spirito Santo.

Così come non possiamo riscrivere un software mentre lo stiamo usando o se non abbiamo i diritti di riscrittura, Gesù non può riscrivere il nostro sistema emozionale se lo usiamo noi stessi, perché Gesù non può andare oltre il nostro libero arbitrio, anche se lo abbiamo richiesto in anticipo. Che sia attraverso le nostre analisi o quello che scientificamente viene chiamato il talamo sensoriale, che funge da sintesi attiva dei nostri cinque sensi, l'immagine che emerge è allora il riflesso tra ciò che abbiamo preso l'abitudine di usare abilmente nel deserto, a cui è aggiunto l'influenza della nostra memoria a breve termine. Questi influssi entrano en concorreza con la guida dello Spirito Santo a fornire una risposta stereotipata secondo l'apprendimento della volontà divina nelle nostre analisi passate, contro la quale Gesù non può nulla.

Che sia attraverso il nostro libero arbitrio a impiegare la paura, per determinare un'azione semi-giusta, o che sia nelle nostre presunzioni di buona pratica di ciò che consideriamo l'Amore divino, entrambe queste situazioni non possono permettere a Cristo di riscrivere il spirito. Gesù non prenderà mai autorità su di noi, per evitare errori carnali, perché è per questo che lo Spirito Santo ci è dato nei nostri cuori, per volerli perdere. Non è che Gesù non voglia portarci la sua vera natura, ma perché se intervenisse in situazioni intermedie, sarebbe in vista di farci usare meglio questa “controllo parentale”, mentre è per eradicar sua presenza. Se ovviamente vuole portarci oltre le nostre capacità, sta a noi fidarci di Lui e andare fino all'estremo delle nostre capacità e a questo momento solo chiamare a Lui.

Ogni spirito e sentimento nell'uomo deve essere riscritto da Cristo in questo modo, per rimuovere l'impurità residua e produrre l'azione giusta in relazione alla giusta emozione nella giusta motivazione. Non tutti richiedono una tale volontà per condurre una battaglia così aspra, perché se alcuni possono trovarsi riscritti a nostra insaputa, quelli i cui legami con il nemico sono i più forti richiedono una tale volontà che solo lo Spirito Santo è capace di darla. Per questo quello chi vuole smettere di peccare deve sapere che è amato da Dio nonostante il suo errore e totalmente perdonato in Gesù Cristo, che ha compiuto tutto sulla Croce per Amore per noi. Nelle trappole più significativi della nostra esistenza, dobbiamo certo farci tanta violenza, che sarebbe preferibile per noi morire, ma è tuttavia lì che se accettiamo di gioire, nel resto della vita che lascia il ritiro da questa parte in noi, accettiamo la morte per noi stessi e questa è la nostra croce. È infatti solo in questo momento che la Croce entra nella nostra vita e poi molto rapidamente porta la RISURREZIONE, se diciamo no alla cattiva azione programmata, benché nella buona emozione prodotta in relazione alla situazione in questione.

È perché affermiamo di essere liberi in Gesù Cristo che siamo schiavi della nostra logica sotto tutela, malgrado la libertà che Gesù ci offre in tutta verità. Era già così quando i farisei si dicevano liberi, perché discendenti di Abramo, perché collocavano questa libertà in una visione umana e non spirituale. Il giorno in cui nella giusta emozione, invochiamo Gesù in cielo, Egli potrà allora, con nostra sorpresa, porre l'atteggiamento giusto in relazione alla giusta emozione e anche se non è sempre quello che ci aspettavamo in anticipo, arriva sempre in noi come una verità, che ci appare chiaramente conforme alla parola di Dio. Se, come ha detto Gesù, è la verità che ci rende liberi, è la verità che Gesù mette nel nostro sistema emozionale, che ci rende liberi di fare la volontà divina, perché abbiamo accettato di rimanere veri noi stessi, a dispetto di la cattive verità di cui ci eravamo pentiti in precedenza, perché provenienti dal bugiardo in noi e dalle nostre presunzioni in lui.

Essendo stata allora riscritta la catena del nostro sistema emozionale nella natura divina, fino a l'azione programmata nel sentimento che la finalizza, se nei minuti o negli anni che seguono, ci troviamo di fronte a una situazione simile, lo stesso buon comportamento appare naturalmente, come provenienti da noi stessi, ma provenienti da Dio in noi, con sorpresa dell'interessato. Di sentimento in sentimento, la parte della mente nel cervello secondario, che sopporta molti sentimenti, viene un giorno riscritta allo stesso modo, perché la mente nel cervello non è di una struttura, né di natura diversa da quello dei sentimenti , ma la sua influenza è comunque fondamentale. Non è quindi superato diversamente, poiché l'autorità di Gesù è completa. È osservando i nostri progressi nella scoperta di questi risultati dell'Amore divino in noi, di cui ci fa sentire la pace che produce, che dobbiamo calibrare la nostra spiritualità e non il numero delle persone che ci seguono.

Così come Gesù, investito di questo Amore, ha dato la sua vita sulla Croce per aprire un cammino d'Amore verso Dio, come potremmo allora non volerlo comunicare a coloro che amiamo, a cominciare da nostra moglie?

Questo è ciò che Dio si aspetta dal marito, perché se fino ad allora era la moglie a essere custode dei valori divini nella migliore spiritualità umana possibile, il compimento nella natura divina da parte del marito, da parte della santità che rappresenta ella, permetterà poi a Dio di invertire i ruoli: A suo tempo!

È dopo la più grande conquista possibile di questo "controllo parentale" del marito, che Dio può liberare la moglie dalla sua vocazione di custode dei valori divini, per porla sul marito, perché lo aiuti in un processo giusto e questo è la vera Liberazione delle donne.

La libertà che le donne spesso cercano oggigiorno, attraverso la rivendicazione degli stessi diritti e comportamenti degli uomini, a volte anche attraverso la teoria del gender, sono nei suoi stessi confronti carnali, ma la vera liberazione che Dio vuole portare alla donna da allora Adamo ed Eva, sta con l'esonero dalle sue responsabilità di servire da sentinella all'uomo, anche se spesso è maltrattata in questa funzione.

Se dunque il marito deve amare la sua sposa come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, non è perché la sua conquista dell'Amore divino lo porti a credere di essere diventato superiore a tutti gli altri, ma per dargli la capacità comportarsi ad immagine di Cristo verso ciascuno e specialmente verso sua propria sposa. In questa buona condotta deve poi essere pronto a portarla in questa scoperta, senza mai condannarla, come Gesù e lo Spirito Santo hanno fatto per lui fino ad allora e che continueranno a fare, se Lui stesso è vigilante per non dare motivo di orgoglio. Ciò che ha reso la donna più forte per svolgere la sua funzione di aiutare il marito secondo la parola di Dio, la rende allora più vulnerabile in questo cambiamento di modo di funzionamento per Amore, perché quanto più debole è la differenza tra la natura carnale e divina, tanto più difficile è rendersi conto del possibile errore. Questa differenza però esiste, ed è per questo che questo cambiamento è altrettanto indispensale tanto per le donne quanto per gli uomini, per gestire adeguatamente la propria coscienza.

Proprio come l'uomo aveva bisogno di fiducia nella moglie per rifocalizzarsi sulla Parola di Dio, così la moglie deve essere pronta a fare lo stesso con il marito, in modo che Dio possa chiamare la coppia in questo nuovo protocollo. Da una situazione in cui aveva sempre gestito i suoi desideri CON amore, dovrà quindi agire PER AMORE, senza che il suo QE intervenga sulle sue azioni programmate, come usava fino ad allora in un'autodifesa contro eventuali repressioni di Satana. È la sua fede in Cristo Liberatore che le permetterà poi di imporre a volte più fiducia nel marito che in se stessa, perché sono i suoi timori più profondi di disobbedienza a Dio che dovrà superare per poter entrare in questo cambiamento, nonostante il ricordo di situazioni passate e l'imprecisione del marito. Si trova quindi nel paradosso in cui sarebbe più facile per lei fidarsi di qualcuno che ha sempre funzionato come ella, quando il meglio della libertà della natura divina alimenta le sue paure.

All'uscita del deserto, se il lavoro in duetto è dunque essenziale, non è per tutti un semplice desiderio di ottenere l'uguaglianza con Gesù, come fecero Adamo ed Eva verso il Signore, ma di una vera chiamata divina di cui questa nuova tappa fa parte, perché da duemila anni Gesù prepara una “Sposa” perfettamente identica alla sua natura e non per metà diversa, lasciando da parte la donna nella coppia.

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