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UCRAINA,

RIVELAZIONI SULLE NOSTRE DEMOCRAZIE

CAPITOLO 8


Riconosciamo l'Albero dal suo Frutto


Se abbiamo citato Primo Levi alla fine del secondo capitolo, per sottolineare il "buon frutto" che l'albero deve portare, nonché i troppo frequenti inganni profetici, non è stato per rifiutare tutto ciò che Dio vuole portarci per renderci vittoriosi. Quando Dio stesso dà una parola profetica, di solito la compie in un registro diverso da quello dell'interpretazione emozionale che possiamo farne, e questo dovrebbe metterci in guardia a non affrettarci a compiere da soli le parole che Dio può portarci.

Uno degli sport preferiti del nemico delle nostre anime è infatti quello di incitarci ad usare il suo modo di operare, e a portare cattivi frutti che screditano Dio, laddove Dio vorrebbe compierlo con la sua dimensione divina, per farci avanzare nei buoni frutti della sua vittoria.

Questo è ciò che ci dice 1 Giovanni 4:1: Diletti, non crediate ad ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se son da Dio; perché molti falsi profeti sono usciti fuori nel mondo.

L'apostolo Giovanni parlò in questo modo già nei decenni successivi alla crocifissione di Gesù, e questo è tanto più vero oggi, attraverso le parole di Vladimir Putin o del patriarca Kirill, che presero entrambi la menzogna come verità. Se questo è particolarmente vero per loro, ogni essere umano sulla terra è suscettibile di essere sedotto dai propri desideri e alcuni arrivano al punto di annunciarli e imporli agli altri, come se venissero da Dio.

Per quanto riguarda questi scritti, mentre se li pensiamo che sono ispirati da Dio in Gesù Cristo, non sono lì come profezie. Esse si basano su confronti personali di esperienze nella ricerca dell'obbedienza allo Spirito Santo con dati scientifici attuali, alcuni dei quali, tuttavia, devono ancora essere confermati scientificamente.  

Ecco perché questa sintesi fa emergere un'interpretazione dei fatti biblici, storici e della società, molto diversa da quelli generalmente forniti dalle varie religioni giudaico-cristiane, sebbene questi scritti tengano conto dei loro insegnamenti.

Come abbiamo già letto in Deuteronomio 5-9/10, Dio maledice fino alla terza o anche alla quarta generazione di coloro che si allontanano da Lui, ma benedice fino alla millesima generazione di coloro che Gli sono rimasti fedeli. Dobbiamo quindi umilmente porci la domanda: Chi mai può dire di non essere degno della benedizione di Dio a causa della sua nascita?

La risposta può allora portare ad ogni essere umano sulla terra la speranza nella fedeltà di Dio posta in Gesù Cristo a ciascuno, qualunque sia l'origine della sua nascita, poiché ogni generazione è considerata di venti anni, e la benedizione riposa quindi su ogni "umano" a cui Dio ha dato la vita durante i quattordicimila anni che precedono Adamo ed Eva.  

Se i tempi attuali possono sembrarci oggi insormontabili, di fronte all'ascesa del fondamentalismo da cui emergono tanti regimi totalitari, essi rappresentano tuttavia solo una piccolissima parte dell'umanità, e domani sarà un nuovo giorno. È in questo che possiamo vedere che il nemico delle nostre anime lo fa sempre allo stesso modo, nello scoraggiamento seguito da una falsa speranza di potere umano. Poi usa insinuazioni fuorvianti, in relazione alle circostanze o alle nostre origini, per farci agire nella nostra autoprotezione, piuttosto che confidare in Dio, in Gesù Cristo, nel suo Amore divino. Questo gli dà quindi il diritto di rappresaglia e proibisce a Dio di benedirci. Sa che il tempo sta per scadere per lui, prima di essere legato per mille anni, e raddoppia i suoi sforzi nell'instaurazione di dittature che lo assomigliano, al fine di trovare alcuni dei loro effetti dannosi nelle società future, quando sarà sciolto per un breve periodo, alla fine del settimo giorno di Dio.

Se la vede in questo modo, spetta ad ogni essere umano sulla terra sventare i suoi piani, senza prendere per oro colato le parole pronunciate contro l'Occidente, da qualsiasi forma di regime che voglia ristabilire il consenso religioso della società, in quello che considerano il loro buon senso per far prevalere la legge divina. Troviamo i regimi totalitari di Kim Jong-un,  o di Xi Jinping,  il cui comunismo è vissuto come una religione di Stato, che si alleano con i popoli cristiani presi in ostaggio, che si tratti della Russia, di cui abbiamo parlato a lungo, o dei movimenti islamisti, la cui presa di ostaggi è molto più antica, ma altrettanto devastante. Tuttavia, la storia non si limita solo a queste situazioni passate, in quanto si perpetua attraverso vari movimenti cristiani attuali, che si stanno inesorabilmente muovendo verso il fondamentalismo, a cui si aggiungono spesso le teorie del complotto e le sue rivalità di potere. Tutti questi regimi cercano di imporsi al loro popolo e al mondo intero attraverso la brama della supremazia umana, considerata sostenuta da Dio, mentre loro stessi sono vittime dell'inganno di questo tutore bugiardo, che cerca di farsi passare per Dio. Il suo scopo è quello di impedire al maggior numero possibile di persone di rivolgersi al vero Dio d'Amore in Gesù Cristo e all'Amore del prossimo.

Se, di conseguenza, sappiamo come confidare in Cristo, Satana avrà compiuto un'opera che lo avrà ingannato un'ultima volta, perché come possiamo già vedere l'effetto di questo attraverso le molteplici adesioni di nazioni allo NATO,  i suoi tentativi di intimidire attraverso le teocrazie porteranno senza dubbio molti esseri umani a prendere coscienza dell'inganno che hanno subito per mano sua per secoli.

È anche in questo che non dobbiamo assolutamente lasciarci impressionare dalle profezie demoniache dei dittatori, e nemmeno dal timore delle loro parole, siano esse pronunciate in nome di Dio, o semplicemente che lo insinuano.

È un dovere cristiano mettere alla prova davanti a Dio ciò che ci viene detto nel suo nome, e quindi in Gesù Cristo Dio non solo non rimprovera colui che mette alla prova le parole di chi parla nel suo nome, ma le chiede a chiunque voglia seguire lui e lui solo. Il desiderio di riconoscere l'albero dai suoi frutti è diventato dunque più che mai indispensabile, perché non si tratta più solo di confessare Gesù, come sa fare il bugiardo, ma di discernere il vero dal falso in relazione all'uso della parola di Dio. Molti in tutto il mondo oggi stanno usando non solo la parola di Dio a loro vantaggio, ma anche lo Spirito Santo. Usano poi la debolezza dei nuovi convertiti con carisma, per meglio convincerli delle battaglie da intraprendere per regnare sul mondo secondo Dio, dimenticando i fondamenti dell'Amore del prossimo. Alcuni partiti politici delle nazioni che abbiamo appena menzionato, o anche di alcune democrazie cristiane, sono allora portati a proporre Gesù, come se si trattasse di un salvacondotto di integrità, e di una garanzia per il regno del potere umano, che Dio vuole stabilire su questa terra nel prossimo millennio.

Questo per omettere ciò che è detto in Apocalisse 2 e 3 sulle sette chiese, perché se tutte hanno la loro utilità davanti a Dio e genereranno fedeli che saranno salvati, solo uno avrà già ricevuto la corona dello Spirito Santo, già su questa terra, e quindi sarà già uscito dalla tutela di Satana, con la scomparsa del suo peccato originale.  a beneficio della natura divina.  

La Chiesa di Filadelfia, descritta in Apocalisse 3-8, avrà poco potere sulla terra, ed è la germinazione di questa Chiesa che è alla radice di tutte le attuali tensioni globali. Le altre sei chiese saranno ugualmente utili nelle loro vocazioni, ma questa è l'unica su cui la Sinagoga di Satana non avrà alcun diritto, in considerazione della natura divina che avrà ricevuto da Cristo in cielo. Questo dimostra che ogni persona, che è alla ricerca del potere tra le nazioni, e si concede il diritto di usare le armi di Satana nella sua lotta, non sta agendo nel vero scopo divino di ricevere la santità di Gesù, al posto del suo peccato originale. Qualsiasi azione, anche militare, deve quindi essere condotta nel rispetto degli altri, perché la nostra lotta non deve assolutamente essere condotta per vendetta sugli esseri umani, come spesso è avvenuto nei consensi della società.

Per questo dobbiamo fare una netta distinzione tra la vocazione della chiesa, che era quella di resistere a Satana, per togliergli ogni diritto repressivo, e la vocazione della "Chiesa", costituita dalle chiese di ogni nazione democratica, risultante da antichi consensi, per la quale l'obiettivo divino è la sua concreta USCITA dalla tutela di Satana.

Chiunque si accontenti di resistere a Satana oggi corre ogni rischio di seguirlo come un anticristo, e anche se Gesù non può permettere che la vita eterna venga tolta a coloro che gli hanno sinceramente affidato la loro vita, il loro tempo e le loro chiamate terrene, è possibile che il loro tempo e la loro chiamata sulla terra ne vengano influenzati.

Gesù si prenderà cura di ogni persona battezzata con lo Spirito Santo, posta sotto la sua protezione, anche se chiede a tutti di non lasciarsi sedurre dalle credenze collettive, come ci dice l'apostolo Giovanni a proposito di "Babilonia la Grande" in Apocalisse 18:4/5: Poi udii un’altra voce dal cielo che diceva: Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate partecipi de’ suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe; poiché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle iniquità di lei.

Se c'è un frutto che oggi deve essere proscritto nella "Chiesa", è quello di incitare in nome di Dio, al dominio dell'umano, nel modo di funzionamento riservato a Satana. Più l'umanità si avvicina alla natura divina, più dobbiamo imparare a comportarci secondo Dio, che non si è abbassato a rimproverare l'umano, ma si è servito di Satana, di natura animale identica all'umano di ieri, per svolgere questa funzione. È davvero giunto il momento per lui di essere legato per mille anni, prima di essere liberato per un breve periodo, alla fine del settimo giorno di Dio, per portare con sé tutta la tradizione animale e per essere definitivamente rimosso dalla sorveglianza spirituale sull'umano.

Questo è l'impatto dannoso sul sistema emozionale umano, che ne è sorto da allora da Adamo ed Eva, che Dio avrebbe voluto evitare per tutta l'umanità, se essi stessi fossero rimasti fiduciosi in Lui e non si fossero lasciati sedurre da questo angelo caduto. Se furono riprovevoli agli occhi di Dio, nonostante la loro mancanza di conoscenza e di senno di poi permettesse loro di analizzare con sincerità, questo ci rende ancora più responsabili oggi, poiché non è più il nostro caso.

La ricerca della vera purezza spirituale, che non può essere acquisita umanamente, è diventata indispensabile, in quanto l'essere umano di domani non nascerà più dotato della vecchia logica, una volta che la vittoria totale della Chiesa di Filadelfia su Satana sarà stata raggiunta per mezzo di Cristo in cielo. La mente nel cervello umano sarà allora di natura divina, anche se i suoi sentimenti rimarranno influenzati da certi errori educativi, dai quali l'aggressione fisica dovrà essere almeno assente.

Quindi, quando Putin parla della supremazia del suo nuovo ordine mondiale durante il prossimo secolo, in realtà sta parlando della destabilizzazione che Satana spera di produrre sull'umanità, e sta a ciascuno di noi capirlo per lui stesso, al fine di evitare questa trappola.

Qualsiasi sistema repressivo utilizzato per ottenere una qualche forma di consenso della società è quindi destinato a scomparire prima o poi. In effetti, l'unico scopo di qualsiasi consenso della società è quello di emarginare quelle parti della società che non corrispondono all'immagine del rispetto per la parola di Dio, sia essa proveniente da Dio stesso o dal comunismo, per esempio.

Se, guidati dallo Spirito Santo, il risultato ha portato una certa "santificazione", senza la quale nessuno può vedere il Signore nemmeno oggi, ciò non significa che tutti coloro che si sono dati l'apparenza di buoni cristiani lo abbiano fatto con il "cuore", come Dio vuole che facciamo oggi. Dobbiamo, per questo, distinguere tra la santificazione necessaria per il compimento di tutta la nostra parte, e quella del rinnovamento della mente che Gesù stesso vuole porre in noi. Questo rinnovamento, sia nel nostro "cuore" che nel nostro cervello, non è accessibile all'umano da solo, ma solo a Dio se glielo permettiamo, come abbiamo visto.

Come abbiamo anche visto, senza il diritto di sbagliare, nessuna società soggetta ad alcuna forma di consenso, sia essa comunista o cristiana, musulmana o buddista, ha, sarebbe ancora impossibile per noi come prima, aprire le porte a Gesù al momento giusto, in modo che Lui stesso possa effettuare questa riscrittura della mente. Questo è di fondamentale importanza per non condannare le democrazie nelle loro attuali debolezze, sostenendo egli nella vocazione che Dio ha posto su di loro, affinché non entrino nella tolleranza del peccato, benché restando nella volontà di lasciare a Gesù la capacità di portare a termine ciò che ha iniziato con il Battesimo dello Spirito Santo. Come abbiamo visto soprattutto a partire dal capitolo 3, questo battesimo ci porta perfettamente fuori dalla tutela di Satana, attraverso la fornitura di funzionalità di cui la nostra genetica è dotata, e di cui siamo privati dalla logica sotto tutela. Il fatto di entrare in un sistema restrittivo della società, renderebbe quindi impossibile per lo Spirito Santo invertire il modo di operare dominando la programmazione svolta nella natura originaria, il che non permetterebbe più a Gesù in cielo di assicurarne la riscrittura.

È in questo modo che Satana cerca di imporre le sue vie totalitarie per impedire a Gesù in cielo la sua totale realizzazione sull'umano, aprendogli il diritto di regnare sulla terra, come già avviene in cielo, attraverso la sua Vittoria sulla Croce.

Questo non vuol dire che alcuni dei valori che Vladimir Putin rivendica oggi non siano giusti, quando usa la Parola di Dio contro quello che chiama "nazismo occidentale". È il frutto con cui lo impone al mondo con la forza, che è lì per dimostrarci qual è lo spirito che lo porta ad agire così.  Anche se alcune delle sue parole possono essere molto accurate, il veleno aggiunto ad esse è nel modo passato di ottenerle, che corrisponde alla sua natura spirituale prima di Adamo ed Eva.

Se la falsa Russia di Vladimir Putin non riesce a capirlo, è perché l'orientamento spirituale generato dagli anni comunisti è stato premeditato da Satana per eliminare ogni forma di progressione del popolo russo verso la comunione di Dio, al fine di chiudere il più possibile il suo accesso all'Amore di natura divina. Comprensibilmente, attraverso l'idolatria di sé stessi in cui sono stati formati, chiamano le democrazie cristiane Sodoma e Gomorra, perché la loro comprensione non riesce a distinguere tra la necessità di gestire diversamente il loro sistema emozionale, al fine di ottenere da Dio stesso il comportamento legato alla vera natura divina. Se è vero che, da un punto di vista puramente umano, le nostre democrazie occidentali sembrano condurre ad una flagrante scomparsa dei valori cristiani fondamentali, ciò sarà vero solo per un po', prima di ottenere un risultato molto migliore di prima, attraverso un accesso di "cuore e di mente" all'Amore divino in tutti.

È invece un'altra Russia, quella vera, che ha conservato un vero attaccamento a Cristo, e che è in grado di risvegliarsi se le portiamo la testimonianza vissuta di Cristo e il vero proposito divino, in risposta al sarcasmo pronunciato contro l'Occidente da Vladimir Putin o dalla sua televisione di Stato.

La vita di una nazione non deve essere vista secondo una durata della vita umana individuale, e se la Russia è stata presa nella rete di un sistema satanico, che ha teso la sua tela per più di due secoli, non dobbiamo dimenticare ciò che questa Russia era, al tempo della nostra rivoluzione del 1789 in Francia, per farla risorgere dalle sue ceneri.  attraverso le benedizioni che Dio ha in serbo per ella. Altrimenti saremmo come i fratelli di Giuseppe, che per gelosia lo vendettero ai mercanti madianiti, con grande sgomento di Giacobbe loro padre, e forse oggi con grande sgomento di Dio nostro Padre.

Nei primissimi giorni dopo la nostra Rivoluzione francese del 1789, lo zar di questa Russia stava già lavorando, attraverso Alessandro I, per stabilire nel 1801 quella che considerava una vera democrazia, al quale venne unirsi per un certo tempo un repubblicano cristiano francese, nella persona del generale Jean-Victor Marie Moreau.

Lo zar Alessandro I non era altro che il nipote di Caterina II la Grande, nata nel 1729 nell'estremo nord-ovest della Polonia, da una coppia principesca tedesca, che affidò l'educazione della figlia a un’ugonotta francese, Babette Cardel. Durante un'infanzia, che rimase in un raggio di meno di centoquaranta chilometri da Berlino, questa ugonotta insegnò alla futura zarina i costumi e le grazie della società da cui proveniva Caterina, così come la lingua francese. All'età di quindici anni, Caterina divenne la moglie dello zar Pietro III di Russia,  prima di deporlo per succedergli, e dare alla luce un figlio, da uno dei suoi amanti. Quando divenne nonna, si occupò dell'educazione dei suoi nipoti, in modo che potessero essere istruiti sia sui valori francesi che su quelli democratici, attraverso un precettore repubblicano svizzero di lingua francese, Frédéric César de la Harpe. È così che, in seguito alla tumultuosa successione di suo padre Paolo I, il nipote di Caterina la Grande, Alessandro I, definendosi repubblicano, cercò di portare nel suo Paese i valori democratici, per quanto gli era possibile di fare così. Per molte ragioni, alcune delle quali riconducibili alla situazione internazionale dettata da Napoleone I, i suoi tentativi di riforma non si tradussero però in un profondo cambiamento in patria.

I nostri libri di storia non sono sempre molto eloquenti sull'immoralità democratica dei nostri antenati, nella quale l'opportunismo di Napoleone lo condusse in quella che egli chiamava "emancipazione" dell'Europa, non per farne una vera democrazia cristiana europea, come nel caso di Alessandro I, ma per impossessarsene lui stesso.

Mentre è sempre possibile mettere in dubbio la sincerità repubblicana di Alessandro I, il generale Jean Victor Marie Moreau, che abbiamo appena citato, ci permette di togliere ogni dubbio di ogni ambiguità su questo argomento, perché era perfettamente contemporaneo di Bonaparte, al punto da essere stati entrambi nominati generali contemporaneamente, le loro motivazioni erano opposte. Se l'uno aveva l'intenzione di seguire la via nota a tutti, con la gloria che generalmente gli viene attribuita in Francia, l'altro, quello vero e sincero verso la repubblica e la nazione, non solo andava a essere screditato, ma condannato e braccato fino a dover emigrare clandestinamente, per non aver sostenuto il generale opportunista nella sua sete di conquista di tutta l'Europa.

Se il generale Moreau, nato a Morlaix nel 1763, fu effettivamente nominato generale contemporaneamente a Napoleone Bonaparte, il Primo Console si diffidava di lui come la peste, essendo probabilmente l'unico che avrebbe potuto soppiantarlo politicamente. Repubblicano liberale nel cuore e patriota convinto, Jean Victor Marie Moreau fu accusato di tradimento, a causa delle fortissime pressioni di Napoleone, a causa del suo rifiuto di unire le forze con lui per conquistare l'Europa. Invece di essere utile alla repubblica francese, Moreau dovette andare in esilio negli Stati Uniti, dove fu salutato come un eroe, prima di essere presentato allo zar Alessandro I come sostegno alle sue motivazioni democratiche. I loro scambi furono di breve durata a causa di circostanze al di fuori della Russia, poiché nonostante il suo desiderio di ristabilire un regime repubblicano e democratico in Francia, Moreau morì per le ferite inflitte da una palla di cannone francese. Si prova allora della sincerità di questo zar, Alessandro I, di fronte ai suoi desideri di democrazia, poiché fece seppellire il generale Moreau come feldmaresciallo di Russia, nella cripta della chiesa di Sainte-Catherine dei Francesi a San Pietroburgo, sulla cui tomba fece incidere l'epitaffio "Moreau, cavaliere dell'umanità".

Un'altra prova, forse ancora più flagrante, della sincerità repubblicana di Alessandro I, fu il rispetto della sua parola data a Jean Victor Marie Moreau, di non amputare la Francia di alcun territorio dopo la vittoria degli alleati contro Napoleone. Se la sua sete di conquista fosse stata la sua motivazione per la guerra contro Napoleone, come alcuni insinuano, a causa delle sue molte altre conquiste, perché avrebbe dovuto farlo soprattutto grazie alla Francia?

Il generale Moreau fu più tarde riconosciuto postumo come maresciallo di Francia, mentre Alessandro I, continuò con difficoltà, a svolgere il difficile compito di zar che gravava sempre più su di lui. Così, con ogni probabilità, tenne il suo funerale il 19 novembre 1825, prima di terminare la sua vita come Starets con il nome di Fëdor Kuzmitch. Se non è mai stato verificato geneticamente al cento per cento, molte circostanze tendono a dimostrarlo. Le più eclatanti sono quelle del suo funerale, durante il quale la sua bara rimase chiusa, contrariamente alle tradizioni ortodosse, che la sua tomba fu poi riaperta senza che fosse trovato alcun corpo e che fu pubblicamente riconosciuto prima della sua morte, da alcuni testimoni dell'epoca, confermati da alcune sue parole che solo lo zar poteva conoscere.

Non sta a noi affermare queste parole, così come non screditare tutte le persone sincere che erano nell'idolatria dello zarismo, come altri lo erano nelle cosiddette monarchie di nascita divina, sia in Francia che in tutto il mondo. Questa idolatria fu probabilmente il più grande della loro trappola, e la ragione per cui l’Eterno Dio non poté servirsi di loro per produrre ciò a cui stiamo assistendo oggi, attraverso le democrazie, ma così è per ognuno nei suoi errori, che danno a Satana diritti su di lui se non se ne pente.

Fu senza dubbio nella speranza di questo pentimento in Gesù Cristo che Dio finì per proteggere la Russia dalle concupiscenze di Napoleone, ma in assenza di esso, permise le correnti rivoluzionarie che portarono a questa presa di ostaggi da parte di Satana, attraverso di 1917, in modo che la Russia si pentir un giorno dai suoi errori.

Le buone intenzioni di questo zar Alessandro I non potevano essere risolte da Dio in quei tempi antichi, poiché Israele doveva essere ricostruito in anticipo, affinché il deserto fiorisse di nuovo, secondo le parole di Gesù, e questo è quindi ciò che ricorderemo di questi tempi antichi.

È questo deserto nei nostri "cuori" che sta a noi far rifiorire, perché allora non saremo tentati di dannare la Russia di oggi attribuendole tutte le peggiori parole della terra. Quest'epoca esisteva, come molte atrocità in tutto il mondo, commesse in nome di Dio dalla civiltà giudaico-cristiana dell'Occidente. Tutti questi orrori, di cui non sempre abbiamo motivo di essere orgogliosi, sono quindi lì per guidare la nostra comprensione oggi nella difesa dei russi ortodossi di allora e anche di questi zar. È questo frutto che dobbiamo voler portare in Gesù Cristo, diventando difensori davanti a Dio della vera Russia cristiana che esiste ancora oggi nel cuore di alcuni russi.

Questa vera Russia è quella che Dio conserva nel suo cuore, perché questa Russia era onesta e retta, e molti di loro non si sono mai inginocchiati davanti a Stalin, come un amico ucraino che incontrai nel 1981, che era lui stesso un discendente di questo lignaggio. Mentre la maggior parte di loro ha sofferto gli orrori del Gulag in certi momenti, fino alla morte, alcuni dei loro discendenti oggi hanno accesso solo ai deliranti programmi televisivi dei canali di propaganda, per qualsiasi informazione riguardante l'Occidente cristiano.  

Queste sono altrettante persone sincere, che sono esse stesse tenute lontane da questo nuovo mondo in cui Dio vuole portare le Armi Divine a tutti per primi, in modo che nessuno sia messo da parte dal battesimo dello Spirito Santo, fino a quando non possano lavorare per ricevere l'Amore Divino di Cristo in cielo.

Viviamo in tempi che hanno questa particolarità, che tutto viene portato alla luce se sappiamo guardarlo secondo la totalità di quella che Gesù chiamò "la Chiesa". A livello di umanità, troviamo quella che tutti chiamano la civiltà giudaico-cristiana, in cui il generale de Gaulle appare poi in Francia. Incarnò il rigore cristiano, allo stesso modo in cui Mosè fece con Israele, e contribuì a creare il primo Consiglio d'Europa, solo quattro anni dopo l’8 maggio di 1945. Poiché egli stesso aveva una visione di un'Europa con un carattere più confederale, alcuni suoi desideri non impedirono il trattato di Parigi che istituì la Comunità europea del carbone e dell'acciaio. Dodici anni sono stati sufficienti per l'entrata in vigore del trattato di Roma, con la nascita della CEE e dei suoi sei Stati fondatori il 25 marzo 1957. Sono state gettate le basi per la creazione della Comunità europea nel 1992, prima che diventasse UE nel 2007.

Se osiamo citare il generale de Gaulle in relazione alla spiritualità dei tempi in cui viviamo, è perché è stato allo stesso tempo colui che si è imposto agli alleati per diventare il liberatore della Francia, senza il cui intervento non esisterebbe più, o almeno non più nella sua forma attuale, ma come territorio sotto la tutela inglese o americana, come immaginato da Churchill e Roosevelt. A differenza dei suoi alleati, ai quali si impone, il generale de Gaulle divenne presidente della Repubblica francese, contribuendo così notevolmente alla ristrutturazione del mondo del secondo dopoguerra, fino alla fatidica data del 1968, anno del capovolgimento del modo in cui operavano le democrazie.

Questa umanità, che fino ad allora aveva ricevuto un'influenza collettiva per incoraggiarla meglio a dominare il suo sistema emozionale individuale, si trova ora chiamata a strutturarsi individualmente per "amore", al fine di produrre un collettivo secondo Dio con Israele, avanzando verso l'Amore divino per il prossimo, attraverso le democrazie.

È così che, tra le nazioni, Israele si trova oggi a immagine della donna e della chiesa, come base della volontà divina, con una maggiore fragilità strutturale che la spinge ad entrare essa stessa nell'autoritarismo, generando costi quel che costi, antichi consensi religiosi. Proprio come la donna a livello individuale, o la chiesa a livello collettivo, la nazione di Israele è tanto più propensa delle altre nazioni del mondo a lasciarsi trascinare nella trappola del nemico delle nostre anime, ed è in questo che non dobbiamo incoraggiarla nei suoi errori, ma saper perseverare nella comunione con lei, senza condannarla. Come il marito deve saper amare sua moglie come Cristo ama la sua Chiesa, e saper rivestirsi della natura divina per condividerla con sua moglie, così le democrazie occidentali oggi devono saper avanzare nel loro rinnovamento in Cristo, e non imporre a Israele meri valori umanistici, dai quali Dio stesso la proteggerebbe. Quindi non dobbiamo condannare nessuno, men che meno Israele, per quelli che consideriamo errori di autodifesa, sia nell'eccesso di violenza che nell'umanesimo incondizionato.

Questo è ciò che dovrebbe motivarci a sostenere le nostre democrazie cristiane nel loro cammino verso l'amore divino, a fianco di Israele, senza accettare un ritorno alla vecchia maniera, identica a quella che la Federazione Russa sta cercando di imporre al mondo di oggi. Sta a ciascuno di noi volersi lasciare interpellare da Dio nella propria vocazione individuale, perché Egli è il grande organizzatore di tutti questi sconvolgimenti, nei quali ognuno troverà la Pace e la vittoria di Dio, se confida nel suo Santo Spirito.

Forse allora alcuni cristiani russi, che non si sono mai inginocchiati di fronte a ciò che Satana ha fatto della Russia, si solleveranno in nome dei loro padri scomparsi nei gulag di Stalin, proprio come quei milioni di ucraini dell'Holodomor.

Si saranno resi conto che non avevano il diritto di vedere la loro bella nazione scomparire dalle vie di Dio e genereranno una corrente simile a quella che il generale de Gaulle in Francia ha contribuito a generare in Europa.

L'Europa di domani avrà forse tutti i suoi membri, tra cui la Russia, l'Ucraina, la Moldavia e molti altri, per affrontare insieme il Millennio che sta arrivando sul mondo. Se è così, non sarà sempre tutto facile, di fronte all'intelligenza artificiale, soprattutto nelle sue concezioni di sé, ma Dio non chiede mai oltre le nostre capacità ed è in Lui che dobbiamo confidare oggi più che in noi stessi. Lo stesso varrà domani della fiducia nello Spirito Santo, al quale i nostri discendenti e ogni essere umano dovranno rimanere tanto più legati, poiché ciascuno ne sarà poi dotato fin dal momento della procreazione.  

Che Dio ci perdoni tutti i nostri peccati passati, presenti e futuri, affinché un giorno tutte le nazioni della terra possano glorificare Gesù, il suo Figlio prediletto, che oggi prepara questo Regno di Sacerdoti per Dio suo Padre su questa terra.

A Lui sia tutta la gloria nei secoli dei secoli! Amen!