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Les textes écrits dans une autre couleur que celle de celui-ci, sont des citations dont l'origine est communiquée en bibliographie.


CAPITOLO 3



                                                      

Erano peggiori di altri ?

  

  

  

Adesso che abbiamo visto il risultato di questa utopia, andiamo a tentare di comprendere ne il perché, e come in questo ventesimo secolo che ci vide nascere, una tale confusione potuta installarsi. La teoria risale a bene dei secoli, poiché Platone verso le 387 avanti Cristo sognava già della città ideale. Un fattore esterno prevalse tuttavia per allestire  di un tale sistema. Egli a per origine l'idea preconcetta che ha regnato molto tempo forte e che ritroviamo ancora oggigiorno in diversi ambienti : Dio aveva istituito primariamente la monarchia come moda di "governo". Risulta direttamente allora di questa idea che tutto che si alza o si è un giorno elevato contro la monarchia, è nato di un'insurrezione umana, dunque carnale. È certo incontestabile che durante le rivoluzioni differenti francesi e nel mondo, molti atti non sono stati condotti necessariamente secondo le regole stabilite da Dio. Potremmo aggiungere anche, le rivoluzioni erano esse veramente indispensabili, visto che  sintesi differenti ci mostrano che sono generalmente, cito che "dei parentesi della storia", e che ricreano generalmente dopo un tempo più o meno lungo dei sistemi vicini di quelli di cui hanno precipitato la caduta. Questi sistemi essendosi adattati allora alle nuove norme dell'ideologia dominante. Sono radicalmente opposti ai precedenti talvolta, e non appaiono in modo flagrante alla massa di quelli che non ricerca direttamente l'analisi. Producono tuttavia un squilibrio uguale al primo di cui le vittime hanno cambiato di campo. Sebbene di altri esempi concreti siano facili a prendere nel mondo, diremo che quello della Russia da cui abbiamo appena visto concretamente il risultato, ci basta per renderci conto quanto, con le intenzioni inizialmente lodevoli, è possibile comportarsi tanto male quanto quello che abbiamo combattuto innanzitutto mediante una rivoluzione. Ciò vorrebbe dire per tanto, che cosa tutto ciò che ha partecipato alla caduta di una monarchia, era contro la volontà di Dio?   

Andiamo a guardare insieme ciò che avrebbe potuto incitare Dio di agire così, e visto che il Dio dei cristiani è "L'Eterno Sono", cioe il Dio di Abramo, di Isaac e Jacob, noi ci riferiremo a questo che la bibbia ci detta a proposito della storia del suo popolo eletto, Israele. Non ricercheremo tuttavia ciò che condusse Dio a scegliere più di un questo popolo altro, diremo qui che ne occorreva uno e che fu quello.  

Non è per trarre una Gloria personale da un banale livello umano che Dio voluto e vuole manifestaresi ancora a noi. Vuole guidarci in ogni cosa non per lui, ma bene per noi. Insegue il disegno di farci beneficiare di una dimensione impossibile a raggiungere senza lui, affinché vivevamo felici ed in pace, già su questa terra. Se si era trattato solamente necessariamente di un livello individuale, nella persona del cristiano o dell'ebraico, Dio non avrebbe preso questo esempio al livello di una collettività. Si sarebbe accontentato di dimostrarci la sua grandezza mediante certi uomini. Ne va tuttavia diversamente tutto, poiché quando approfondiamo la storia di Israele, raccontato mediante i testi biblici, noi c'accorgiamo velocemente che questa storia è l'esempio stesso dei nostri conflitti interiori personali, e dunque che è agevole di trasporre i vissuti del popolo verso l'umano. Un essendo il riflesso dell'altro, va  dunque di sia che il reciproco è vero, e lo vedremo più lontano.

Servire di esempio non fu sempre cosa agevole al popolo ebreo, come non è sempre cosa agevole ad un uomo, anche vicino a Dio sia egli, di servire di buono esempio, e di essere seguito. C'è da una parte l'osservatore che vorrebbe ricevere solamente dei buoni esempi di quello che è preso per la dimostrazione del potere di Dio, si tratta là di un'idolatria. C'è altra parte l'attore che vorrebbe essere solamente un perfetto esempio, senza avere a pentirsi di niente, secondo idolatria. Quando Dio tuttavia, manda un uomo perfetto tale Gesù Cristo, suo figlio, nessuno vuole mettere in pratica secondo il buono riferimento, e molto dei quelli che rivendicano appartenere gli gloriano di reagire al suo opposto. Che cosa dobbiamo fare? La realtà è tutta altra difatti, perché l'esempio di questo riferimento non basta. Nessuno può seguire difatti fino alla fine questo riferimento, il cœur di ciascuno davanti ad essere trasformato innanzitutto dal pentimento e la fede all'immagine di Dio. Abbiamo  dunque in Gesù Cristo l'esempio stesso, della dimensione verso la quale dobbiamo tendere senza potere raggiungerlo mai. Troviamo anche nei racconti biblici della storia dell'Israele, l'esempio stesso di ciò che siamo oggi, alla scala individuale o collettiva e dell'esempio, buono o cattivi, riesce un insegnamento a fare o non fare. È l'eterna alternativa del bene e del male che questo sia individualmente o collettivamente ! Non sono tuttavia le riuscite che ci formano di più, perché gli scacchi ci sono più proficui, se ne sappiamo tirare i buoni insegnamenti. È cosi che la storia deve parlarci, ed in particolare quella di questo popolo ebreo.   

E per cui andiamo a prendere il tempo di fare un piccolo richiamo storico del Antico Testamento che permetterà a ciascuno di localizzare meglio il contesto della instituzione della monarchia in Israele.  

Il primo periodo dell'azione di Dio è quella dei principi durante la quale arrivò la caduta di Adamo. Adamo ed Eva tentati da Satana nella brama della conoscenza, accedono ad una dimensione alla quale non erano ancora preparati. Della loro unione nascono Caino che diventerà coltivatore, ed Abele pastore di piccolo bestiame. Caino geloso di ciò che Dio roteava lo sguardo favorevole sull'offerta di Abele, uccidilo. Questo esempio è certamente uno di più fondamentali, poiché fa riuscire fin dai primi passi, la necessità di non agire per noi stessi per coltivare la nostra "terra" la nostra anima. Dio ci chiede di prendere coscienza che niente di ciò che possiamo offrirgli in sacrificio, non può essere egli piacevole, per che perfetto, se non è ciò che viene direttamente di lui. Questo atto è la prima prefigurazione della crocifissione di Gesù dunque, da i "fratelli" di questo di cui l'atteggiamento era "religioso solamente". In questo primo periodo, ci furono dopo il diluvio e l'arcata di Noè, poi la dispersione delle razze, affinché l'uomo, fatto all'immagine di Dio, popolo tutta la terra.   

Questo periodo durò di 4004 a 2234 avanti Cristo.     

Il secondo è quella dei Patriarchi, da Abramo, riconosciuto come l'amico di Dio per la fede che manifestò al suo riguardo. Avendo preceduto la promessa di Dio per la sua discendenza, mediante un'unione extraconiugale con una delle domestiche di Saraï sua sposa, diede nascita ad Ismaël. Molto tardi nella sua vecchiaia, Sara partorirà tuttavia il bambino della promessa di Dio, Isacco. Questa promessa non si fermava a questo solo discendente, ma alla moltitudine tanto numerosa che la sabbia del mare alla quale Abramo darebbe nascita. Fu provato tuttavia da Dio, al punto di dovere fare passare questo bambino dopo la sua ubbidienza a Dio.    

D'Isacco nacque Giacobbe del quale nacque dodici figli. Fu chiamato anche Israele dopo avere lottato con Dio ed essere trovato vincitore (vedere Genesi 32-25/32). Il suo penultimo figlio, Giuseppe, più caro ha il suo cuore perché primogenito della sposa che amava, fu venduto dai suoi fratelli ai commercianti che si rendevano in Egitto. Per la mano di Dio, questo andava a diventare allora il braccio destro del faraone come governatore dell'Egitto. Alcuni tempi dopo, la carestia essendo sopraggiunta in Israele, è egli che andava a raccogliere ed installare suo padre Giacobbe, i suoi fratelli e tutta la loro famiglia Jacob nelle pianure di Gosen, a nord dell'Egitto.   

Questo secondo periodo durò di 2348 a 1706 avanti Cristo.

La terza è quella della vita di questi discendenti di Abramo, Isacco e Giacobbe. Saranno resi progressivamente al rango di schiavi per il Faraone ed il suo ambiente, su una durata totale di quattro secoli. Dopo tutti questi anni, e di numerose grida degli ebrei trattenuti prigionieri, Dio utilizzò Mosé per liberare il suo popolo. Nacque in 1571 avanti Cristo, durante un periodo di sterminio dei bambini di meno di due anni, consecutiva all'annuncio di un liberatore del popolo ebreo. Fu messo da sua madre in un cesto di vimini al gradimento delle acque del Nilo, e raccolse per la figlia di Faraone. Questo è così, durante i primi quaranta anni della sua vita, Mosé diventò "principe dell'Egitto", ma durante i quaranta successive imparò a diventare semplice servitore di Dio. Accompagnato di Aronne suo fratello, annunciò successivamente al faraone le dieci piaghe dell'Egitto. Ciascuna di esse furono in effetti una dimostrazione divina della grandezza del vero Dio. Quello è perché le dieci piaghe dell'Egitto rivestirono una tale importanza agli occhi del Faraone e del suo popolo, poiché riflettono in rapporto il potere di Dio e quella del "dio" corrispondente venerato in Egitto. Le rane erano il dio della fecondità per esempio, il Nilo quello delle acque, in quanto al primogenito del Faraone, Faraone sé stesso, dio su tutti gli uomini, per ne citare che alcuni. Alla decima piaga, la morte dei primogeniti, rappresentò la sovranità di Dio in rapporto diretto a quella di un umano nato Faraone. Quello è perché il Faraone in esercizio cacciò gli ebraico, facendo loro dare molto d'oro per vedere partire essi. È l'uscita dell'Egitto con la traversata del mare dei Giunchi in 1491 avanti Cristo.   

Ciascuno conosce certo i differenti miracoli che Dio utilizzò per fare uscire dall'Egitto, il suo popolo oppresso per parecchi secolo di schiavitù. Affinché gli più giovani non si immaginano che questo non c'era che l'episodio di un qualsiasi sceneggiato, leggiamo o rileggiamo insieme questo passaggio in che tutto questo popolo, costringere tra il mare ed i suoi sterminatori, fece il testimone di ciò che ci stupisce ancora oggi:     

(Esodo 14-15/31) Il Signore disse a Mosé: “Perché gridi verso di me? Ordina agli israeliti di riprendere il cammino.  

Tu intanto alza il bastone, stendi la mano sul mare e dividilo; perché gli israeliti entrino nel mare all’asciutto.  

Ecco io rendo ostinato il cuore degli Egiziani, cosi che entrino dietro di loro e io dimostri la mia gloria sul Faraone e tutto il suo esercito, sui suoi carri e sui suoi cavalieri. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimotrero la mia gloria contro il Faraone, i suoi carri e i suoi cavallerizzi”.  

L'angelo di Dio, che precedeval’accampamento d'Israele, cambio posto e passo indietro. Anche la colonna di nube partì si mosse e dal davanti passo indietro.  

Venne cosi a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d'Israele. La nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte. Cosi gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte.  

Allora Mosé stese la mano sul mare. E il Signore, durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto;  le acque si divisero. Gli Israeliti entrarono nel mare sull’asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.  

Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del Faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare.  

Ma alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube getto uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta. Freno le ruote dei loro carri, cosi che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: “Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!”   

Il Segnore disse a Mosé: “Stendi la mano sul mare : le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri”.

Mosé stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani fuggendo, gli dirigevanocontro. Il Signore li travolse cosi in mezzo al mare. Le acque ritornarono e sommersero i carri, i cavallieri di tutto l'esercito del Faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampo neppure uno.  

Invece gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.  

In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosé.//

Ancora quaranta anni di vita al deserto, ma anche di miracoli ripetuti, e Mosé morì senza essere entrato nel paese della terra promessa. Questo terzo periodo durò di 1706 a 1451 avanti Cristo, e si concluse per la traversata del Jourdain di questo popolo ebreo, condotto allora per Giosuè. È l'entrata nel paese di Canaan, 1451 avanti Cristo, la terra promessa. Conquista di 1451 a 1444 avanti Cristo.   

Il quarto periodo che c'interessa particolarmente, fu quella dei "Giudici". Questi giudici, furono utilizzati da Dio per giudicare "Israele", cioé i suoi atti. Erano là per condurre il popolo dell'Israele al rispetto della legge data a Mosé, affinché Dio li rendesse vittoriosi quando seguivano i suoi comandi, come l'aveva promesso in questa legge. I Giudici erano dei conducenti spirituali e degli intercessori dunque, per l'insieme del popolo e di loro stessi verso Dio. Non erano sovrani, questa parte ritornando al Signore. Rimanevano tuttavia degli semplici uomini, sottomessi alla loro propria natura umana, identico alla nostra, imperfetta dunque.    

Si succederono di 1394 a 1095 avanti Cristo durante dunque tre secoli, e furono quattordici dal primo Otniel fino a Samuele l'ultimo.  

Chi saremmo per giudicare i nostri padri di cui noi non siamo necessariamente degni?   

 Purché facciamo mai peggiori di essi!    

Per quelli che avrebbe letto per intero il racconto del libro dei giudici, è evidente che alla prima sintesi, saremmo tentati di trarre ne la conclusione frettolosa, che il popolo dell'Israele, non camminò mai nelle vie di Dio. Questi racconti fanno più stato delle disobbedienze difatti, cause dei rimproveri, che i periodi di pace che è menzionata solamente ne trafiletto, per esempio "ed Israele, vissuto in pace durante quarant' anni". Ne risulta che il popolo per che Dio è il conducente, vorrebbe sempre, qualunque cosa faccia, riuscire vincitore di ogni situazione. Considererebbe allora che Dio è il migliore dei re, tutto come ciascuno di noi vorrebbe bene seguire Dio, a condizione non di essere fatto alla sua immagine, ma bene che sia egli che sia fatto alla nostra. La cosa sarebbe più comoda difatti. Di un'immagine imperfetta di cui la vocazione è di avvicinarsi per il meglio alla perfezione divina, mediante il pentimento, Dio ci darebbe ragione, soprattutto nei nostri cattivi comportamenti. È infatti più agevole di rispondere alla violenza per la violenza, per esempio che alla violenza per l'amore e l'abnegazione dei nostri "diritti". Questi diritti rivendicati così facilmente chi non apprendono a comportati si come Gesù ce l'ha insegnato nel senso, se un ti colpisco sulla guancia, tendi l'altra guancia, ma bene piuttosto, occhio per occhio, dente per dente.  

Non ci stupiamo pertanto Israele, non abbia più spesso estate vincitore dei suoi nemici, tutto siccome non possiamo l'essere noi stessi oggi cristiani o popoli cristiani. Piuttosto che rimettersi in causa, e lasciare Dio agire nelle sue promesse come l'aveva annunciato e l'aveva dimostrato regolarmente, andava ad essere più facile dagli israelitici, di ricercare il cattivo esempio mediante il loro vicino. Ad un immenso potere soprannaturale, ma invisibile, era loro più concepibile fidarsi ad un potere umano che si esternava per la violenza ed il dominio, e di cui il sovrano era alzato al rango di un dio visibile.   

In questi tempi dove la televisione ed i telefonini non esistevano, l'esempio non era lontano di essi. Da più del mille anni prima dell'epoca di cui parliamo, esistevano nel mondo parecchie monarchie basate sulla natura divina ed immortale del loro sovrano, tale in Cina, dai Maya e per di piu in Egitto. L'Egitto faraonico, costituita per Ménès che si assoggettò i regni di basso ed alto Egitto, nel periodo localizzato fra Adamo ed Abramo, circa 1000 anni dunque anteriore Mosé, o circa 1500 anni prima della fine del periodo dei Giudici alla quale facciamo riferimento. Questi ebraici, popolo nomade portato da Abramo dell'attuale Iraq, si erano stabiliti vicino al popolo egiziano. Andavano ad avere la scelta di accordare la più totale fiducia al Signore dunque, il Dio di Abramo di Isaac e Jacob come l'avevano fatto fino ad allora o avevano preso modello sui costumi e abitudini che conoscevano bene del loro potente vicino, per essere passato parecchi secoli di schiavitù del quale Dio aveva appena fatto portarli fuori alcune centinaia di anni più presto.   

Guardiamo allora ciò che accadde: , 1 Samuel 8-1/9)Lorsque Samuel diventò vecchio, stabilisce i suoi figli giudici sull'Israele.  

Il nome di suo figlio maggiore era Gioele ed il nome del suo secondo Abiya; faceva il giudice a Beér-Chéba.  

I figli di Samuel non camminarono sulle sue tracce; avevano un'inclinazione per il profitto, ricevevano dei presenti e portavano attentato al diritto.  

Tutti gli anziano dell'Israele si radunarono e vennero vicino a Samuel a Remò., il suo luogo di residenza abituale,  

Gli disse: Ha che sei vecchio e che i tuoi figli non camminano sulle tue tracce; adesso invalsi su noi, per giudicarci un re come ne hanno tutte le nazioni.  

Agli occhi di Samuel era una cattiva cosa che abbiano detto: Dacci un re per giudicarci; e Samuel pregò l'eterno.  

L'eterno dice a Samuel: Ascolta la voce del popolo in tutto ciò che ti dirà; perché non sei tu che rigettano, sono io che rigettano, affinché non regno più su essi. Agiscono al tuo riguardo siccome hanno sempre agito da quando li ho fatti salire dall'Egitto fino ad oggi; mi hanno abbandonato per rendere un culto ad altri dei.  

Adesso dunque, ascolta la loro voce; ma avvertili solennemente e falloro conoscere i diritti del re che règnera su essi. / /  

Questo testo accade di ogni commento, quando-a l'istituzione della monarchia per Dio, del meno quello degli ebraico e dei cristiani. Dei dei c'è infatti molto mediante l'idolatria, perché ce ne è anche molto più che religioni dichiarate.  

Allora perché, contro il parere stesso di Dio, l'uomo ha ricercato la tutela di un monarca che andava a regnare su lui, e portare egli tutte le difficoltà che Dio gli annunciava? Evidentemente, per un comportamento molto umano di sentirsi protetto per più forte che o, di una forza fisica che si alza al livello divino.  

Malgrado tutti i miracoli compiuti sotto i loro occhi anteriori e dopo la loro uscita dell'Egitto, gli israelitici, di natura identica alla nostra, non si erano potuti trattenere dall'imprecare contro il loro liberatore. Per noi che cambiamo orientamento politico tutti i cinque o sei anni, come non comprendere che dopo tre cento cinquant' sei anni di istituzioni e questi dodici giudici, ciò andava a loro essere inconcepibile di non prendere un re umano come lo vedevano fare intorno ad essi, al posto di Dio?  

C'è in ciò un bisogno umano di riferimenti visibili su che l'uomo poco appoggiarsi. basta guardare solamente oggi, all'ora dell'entrata in vigore dell'Euro, quanto parlano difatti ancora in vecchi franchi per comprendere che possa rimanere una memoria collettiva di migliaia di anni di idee preconcette talvolta. Malgrado l'avvertimento che gli ebraico riceverono, perché crederono più nell'uomo che in Dio, presero il rischio di creare imperfettamente un'istituzione conforme alla volontà di Dio. Un'istituzione che andava a reggere l'insieme del loro paese, del loro contesto di vita, avere un'incidenza profonda sulla vita e l'evoluzione dei loro bambini.  

Per la bocca del profeta Samuel, Dio li aveva avvertiti tuttavia di questo che i royautés loro farebbero vivere e che possiamo constatare oggi. Il descrittivo dato per Dio può egli in ciò sembrarci esagerata faccia agli abusi di tutti i diversi royautés in ogni tempo e nel mondo? , 1 Samuel 8-10/22, Samuel ridice tutte queste parole dell'eterno al popolo che gli chiedeva un re.  

Dice: Ha i diritti del re che règnera su voi: Prenderà i vostri figli e ne disporrà per i suoi carri e tra i suoi cavallerizzi; correranno davanti al suo carro; ne disporrà come capi di mille e ne disporrà come capi di cinquanta, tanto bene che per arare le sue terre, raccogliere la sua mietitura e fabbricare le sue armi di guerra e l'armamentario dei suoi carri.   

Prenderà le vostre ragazze come parfumeuses, cuoche e panettiere. Prenderà il migliore dei vostri campi, delle vostre viti e dei vostri olivi, e li darà ai suoi servitori.   

Prenderà la decima dei vostri semi e delle vostre viti, e la darà ai suoi ciambellani ed ai suoi servitori.  

Prenderà i migliore dei vostri servitori, delle vostre domestiche e dei vostri giovani, ed i vostri asini, ed egli servirà si per i suoi lavori.   

Prenderà la decima del vostro piccolo bestiame, e voi diventerete i suoi schiavi.  

Questo giorno griderete contro il vostro re che vi sarete scelti, ma questo giorno l'eterno non vi risponderà!  

Il popolo negò di ascoltare la voce di Samuel. No! Dice essi; ci sarà un re su noi, e ci saremo anche come tutte le nazioni; il nostro re ci giudicherà, uscirà davanti a noi e condurrà le nostre guerre.  

Samuel sentì tutte le parole del popolo e li ridice agli orecchi dell'eterno.   

L'eterno dice a Samuel: Ascolta la loro voce: stabilirai un re su essi. E Samuel dice agli uomini dell'Israele: Andatevi ciascuno ne nella sua città. / /  

Gli israelitici ebbero forse in ciò alcuni timori, ma ciascuno nella sua presunzione umana chi l'aveva allontanato da Dio, non sperò di uscire a migliore conto che il suo vicino? E poi l'immagine di grandezza umana che rappresenta il fasto reale al quale l'uomo semplice si imparenta facilmente, non lo glorificava non un poco? Non lo rassicurava non per l'immagine della forza fisica che rappresenterebbe? In questo genere di introspezioni collettive o personali, quanto potremmo avanzare di motivi tutti peggiori uni che gli altri, davanti a noi è quali noi stessi se deboli?  

Questi passaggi mettono molto bene in evidenza la volontà permissiva di Dio, di lasciare a ciascuno il suo libero arbitro di seguire o non i suoi consigli, stesso per il popolo che si è scelto. Questa volontà permissiva non esiste forse, che cosa per mostrare meglio il suo errore all'uomo. Quale scelta difatti lascia a Dio per benedirci al di là delle nostre speranze, se neghiamo di seguirlo per mancanza di fiducia in lui? C'abbandonerà? Ci distruggerà per miglioramento manifestarci il suo potere, ma anche il suo Amore per noi? Dopo le nostre testardaggini piangiamo, e spesso possiamo sentire della bocca di più ostinata a fare ne solamente alla loro testa, così Dio esisteva come potrebbe permettere ciò?   

Quale sono tuttavia i genitori chi, costringi per la testardaggine dei loro bambini, non hanno dovuto adoperare mai questo genere di metodo del non tocco se no vai a bruciarti ", una volta, due volte, tre volte e per finire il se ti bruci, non venire a compiangerti... ", che cosa fare di altro? E Dio dice parimenti! Sebbene voglia evitarci tutte queste delusioni per che spesso passiamo che sia in un atteggiamento individuale o collettivo, è impotente alla nostra sordità ed i nostri timori. Non c'è dunque niente di sorprendente che nella destituzione di un monarchia Dio non intervenga come l'augureremmo. Tutto come per il peccato quando abbiamo scelto, fino al nostro pentimento e più ampia volontà da parte nostra, egli se ne terrà alla nostra decisione.   

C'è in ciò un desiderio di Dio di benedirci tutti, anche se questa affermazione può sembrare molto contraddittoria al primo accesso. Si tratta tuttavia di una situazione fondamentale, tanto in una benedizione individuale che collettiva nella quale Dio vuole intervenire per il nostro bene. Leggiamo il racconto della lotta che Jacob condusse per ricevere la benedizione di Dio: , Genesi 32-25/32)Jacob restò solo. Allora un uomo si battè con lui fino al sollevare dell'aurora. Vedente che non poteva vincerlo, lo colpì alle articolazioni dell'anca; e l'articolazione dell'anca di Jacob si dimise mentre si batteva con lui.  

L'uomo dice: Lasciami partire, perché l'aurora si alza. Jacob rispose: Non ti lascerò partire senza che mi benedicessi.  

L'uomo gli dice: Quale è il tuo nome? Rispose: Jacob.  

L'uomo riprese: Jacob non sarà più il nome che ti si darà, ma Israele (1); perché hai lottato con Dio e con gli uomini, e tu è stato vincitore.  

Jacob l'interrogò dicendo: Te ne prego, indicami il tuo nome. Rispose: Perché chiedi il mio nome? Ed egli lo benedice là.  

Jacob diede a questo luogo il nome di Péniel; perché, dice ho visto faccia a faccia Dio, e la mia anima è stata preservata. / /  


(1) Israele significa: Egli lotta-Dio che è interpretato secondo questo passaggio come: Lotta con Dio, sebbene la traduzione: Dio lotta, per lui, o anche possibile.  


Dopo la lettura di questo testo, la volontà di Dio a colmarci di tutte le sue benedizioni appare forse meno evidentemente a certi, ma è tuttavia l'atteggiamento di cœur nella quale c'aspetta per potere benedirci. Dio vuole prodigarci assolutamente tutte queste benedizioni senza che noi ne non perdeva nessuno, tutto tanto paradossale che ciò possa sembrare. Si tratta là di un atteggiamento fondamentale di Dio al nostro riguardo, corriera buona più profonda che la semplice invidia di provvedere ad un bisogno. Ad un bisogno passato, succedi un altro bisogno difatti, ma ad una benedizione ottenuta nella ricerca della volontà di Dio, per la nostra comunione, nell'intimità stessa di Dio, e talmente spesso nella rimessa in causa condotta da Dio dei nostri cattivi atteggiamenti, che non ci sono più a questo livello un vago spirito capriccioso che in domanda sempre più senza sforzo. C'è al contrario l'attaccamento a conservare pura questa benedizione che non resta allora di un livello umano, ma divino. Il rispetto di ciò che Dio ha dato è di tanto più grande di quanto noi ci rendiamo realmente conto che non siamo noi che l'abbiamo meritato ", ma che sono buono egli che ci ha fatto Grazia. Questo è, penso per ciò o del meno per una piccola parte di ciò che Dio ci chiede un investimento tanto selvatico per benedirci talvolta. Questo è del resto quasi sempre quando abbiamo superato la nostra resistenza fisica, mentale o spirituale che al momento stesso dove siamo brio di lasciare prende, che la cosa si realizza al nostro grande stupore. È tanto là tutta la bellezza di vivere la fede nella comunione di Dio. Va da sé che se la cosa è già difficile al livello individuale, è collettivamente di tanto più difficile.  

No, vi assicuro, non è Dio che limita l'uomo, ma bene al contrario l'uomo che limita Dio!  

Guardate oggigiorno, quanto conserva un oggetto vicino ad essi come una porta felicità ". non sarà evidentemente il caso di tutti, ma se questo esiste da certi in quanto feticismo, non esiste da altro lo fa di porre la sessualità o il denaro anteriore Dio? Questo sarebbe un problema di livello sociale? L'ho io stesso incontrato ad ogni piolo sociale, e non necessariamente basso, perché l'idolatria alloggia dovunque.   

Questo male che è uno dei peccati più diffusi sul nostro pianeta, e che mette sempre Dio al secondo, vedere alla Nième riga, e che è più per altro, fatto di lui un'eresia malsana alla quale l'uomo si attacca per paura della morte. Grazie, ho dato già!  

Non condanno quelli che agisce così, perché se dovessi farlo mi condannerei io stesso, io che fui durante gli anni uno del principali difensore di questo ultimo pensiero. Che farei io della parola non giudicherai..., l'uomo, ma gli atti, come ne parlavamo fin dalla prima pagina. credo che tutto come lo vedevo ieri, molto confondono purtroppo Dio e le religioni. Dicono rappresentare Dio sulla terra, ma è ancora là un'idolatria. Fanno conoscere certo la legge, ed in ciò sono buone, ma quando impongono per il loro profitto, la loro grandezza, il loro potere, la loro supremazia, fanno ciò che Dio sé non si permette per Amore per noi.   

L'idolatria non viene che quelli che non ha visto mai Dio al œuvre o può persistere, vedere rinascere in quelli che ha vissuto certi miracoli tra più spettacolari di tutta l'umanità e di conseguenza in noi tutti?  

Facciamo indietro un breve ritorno al tempo dell'uscita dell'Egitto, diremo, crederono, e potremo aggiungere, molto ci hanno creduto. Avevano visto ed andavano a rivedere. Tre mesi dopo l'uscita dell'Egitto, e già bene delle tribolazioni, il popolo conduce da Mosé arrivò al Monte Sinai, dove Dio andava a manifestarsi a lui per comunicare i Dieci comandi ". ebbero tutto un grande timore di Dio e chiesero che Mosé solo assistè a questo spettacolo ". durò sei giorni ed al settimo Mosé salì vicino all'eterno. restò quaranta giorni per ridiscendere infine coi tavoli di pietra, i tavoli della legge, e là che trovò egli?   

(Esodo 32-1/8) Il popolo vive che Mosé tardava a scendere dalla montagna; allora il popolo si riunì intorno ad Aronne e gli dice: Sollevati, facci dei dei che camminano davanti a noi, perché questo Mosé, questo uomo che ci ha fatto salire dal paese dell'Egitto, non sappiamo ciò che gli è arrivato.  

Aronne dice loro: Disfate gli anelli di oro che sono agli orecchi delle vostre donne, dei vostri figli e delle vostre ragazze, e portare-il-io.  

E tutte le persone del popolo si disfecero degli anelli di oro che erano ai loro orecchi e li portarono ad Aronne. Ricevè l'oro delle loro mani, lo lavorò col bulino e fece un vitello in metallo fuso. Poi dissero: Israele! Li ha i tuoi dei che ti hanno fatto salire dal paese dell'Egitto.  

Quando Aronne vive ciò, costruisce un altare davanti a lui ed esclamò: Domani, ci sarà festa in onore dell'eterno!  

L'indomani, si alzarono di buona mattina, offrirono degli olocausti e presentarono dei sacrifici di comunione. Il popolo si sedette per mangiare e per bere; poi si alzarono per divertirsi.  

L'eterno dice a Mosé: Va', scendi; perché il tuo popolo, che hai fatto salire dal paese dell'Egitto, si è corrotto. Si sono scostati prontamente della via che avevo prescritto loro; si sono fatti un vitello in metallo fuso, si sono prosternati davanti a lui, gli hanno offerto dei sacrifici e hanno detto: Israele! Li ha i tuoi dei che ti hanno fatto salire dal paese dell'Egitto. / /  

Vorrei ancora una volta ricordare quanto, agli occhi dei popoli di allora, erano potuti apparire importanti i miracoli compiuti da Dio mediante Mosé, quando-aux dieci piaghe dell'Egitto. furono tutte delle manifestazioni soprannaturali del potere divino, per manifestare meglio al mondo di ieri e di oggi, l'incommensurabile dimensione di Dio in rapporto di quella che l'uomo gesso o riprodotto nell'idolatria. Questo è anche perché tra tutti i miracoli compiuti dall'eterno di cui era potuto essere testimoni gli ebraico che sia in Egitto prima di uscire ne, al deserto dopo essere usciti o più tardi all'epoca della traversata del Jourdain o la presa di Gerico, tutto erano stati di una taglia sovrumana, affinché il suo popolo prese più fiducia in lui che in tutto altro dio di natura umana. Tre cento cinquant' sei anni dopo la loro uscita dell'Egitto, ciò non andava più essere sufficiente affinché questo popolo conserva Dio come Re e non in domanda una di dimensione umana.  

Le generazioni si erano succedersi ed i genitori avevano manifestato di tutti i miracoli che Dio aveva fatto per il loro popolo, ma certi avevano dieci otto anni, vent' cinque anni, trenta cinque o di altri quarant' anni. A tutte queste età, dicevo personalmente, Dio non è esistito mai, Gesù un extraterrestre era, allora io chi sarebbe per dire di essi che erano degli idolatri increduli? Avevano bevuto, mangiato, lavorato, raccolto, altrettanto di cose che c'appaiono come venendo così facilmente di noi stessi. Se disponevo come essi di tutto ciò senza essere giratomi verso Dio, è a causa delle promesse di Dio, fate a quelli che si comporta e si sono comportati un giorno secondo le sue vie che io il vissuto. Certi dei nostri antenati agirono così nelle vie di Dio, e è nel loro favore che siamo ancora oggi. Dio lo promise già in Horeb nei dieci comandi: (Esodo 20-1/6) Allora Dio pronunciò tutte queste parole dicendo: Sono l'eterno, il tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto, della casa di schiavitù.   

Non avrai altri dei davanti alla mia faccia.  

Non ti farai di statua, né di rappresentazione qualsiasi di ciò che è in altezza nel cielo, di ciò che è in basso sulla terra, e di ciò che è nelle acque più basse che la terra.   

Non ti prosternerai davanti ad esse, e tu non renderai loro di culto; perché io, l'eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso che punisce l'errore dei padri sui figli fino alla terza ed alla quarta generazione di quelli che mi odia, e che consumo di benevolenza fino a mille generazioni verso quelli che mi ama e che custodiscono i miei comandi. / /   

Perché avevo avuto la fortuna di nascere in questo paese benedetto di Dio che è la Francia, mi prendevo per un essere superiore senza stesso rendermi conto che era proprio ciò la Grazia di Dio, ma in niente grazie a me. Questa grazia risale già a bene dei secoli per la nostra bella Francia, ed anche se ci fu trasmessa per una monarchia che non perpetrò certe idee migliori che in Israele, non si rivela di ciò meno di quanto siamo ancora oggi sotto gli effetti di questa Grazia di Dio.   

Gallia merovingia

Alla morte di Clodoveo, il regno franco si situa sul territorio della Francia attuale a parte due differenze: la banda costiera di Marsiglia ai Pirenei rimane ai visigoti mentre il Nord-est del regno si estende al di là del Reno.

Questa traduzione è stata effettuata da un traduttore elettronico, è per questo che chiediamo a lei molta indulgenza, e siamo aperti a qualsiasi proposta dalla sua parte per una migliore interpretazione. Grazie per ciò, di volere contattarci qui.

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