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Seguito del capitolo  6


Marie-Claude, il mio inizio di paradiso!



Non eravamo mentre in ottobre o novembre, ma speravamo già nella rinascita primaverile. Ne conservavamo tanto più chiaramente la speranza, che il giorno dell'appuntamento nel questo “monsignore„ era arrivato. Officiait appena dietro il posto Saint-Lazare a Parigi, in scantinato ogni di un piccolo deposito che gli fungeva da sala d'attesa. Secondo le sue “prove„, facevamo naturalmente parte dei suoi clienti ben incaricati… ma andava avere la cima.

Devo riconoscere che le sue spiegazioni corrispondevano abbastanza alla mia comprensione di alcune forze sottoposte a leggi fisiche, ma il suo modo di agire me sembrò più di farfelue sul momento. Il morale tuttavia un po' essendo ritornato con quest'eventuale partenza in Venezuela, il comportamento teatrale di quest' uomo non rischiava di farci male, almeno ci sembrò allora. Ci aspettammo dunque di trovare la salute per Marie-Claude, come pure le risorse del successo nel lavoro per me. Non eravamo tuttavia a épier i nostri fatti inferiori e gesti, e non vedemmo veramente arrivare i primi fenomeni paranormaux che non andavano ritardare di moltiplicarsi.

Ricevemmo inizialmente appelli anonimi ripetuti due, tre, quattro volte al giorno. Staccavamo e nessuno non rispondeva. Io anche mi direte, ho già ricevuto questo tipo d'appello anonimi, dei pazienti, dei bambini… Come voi, non vi attribuimmo alcun'importanza ai loro inizi. Il fenomeno durò del resto abbastanza a lungo a parer mio prima che Marie-Claude ed io iniziamo di fare il ravvicinamento con sensazioni di disagio che se ne seguivano. In primo luogo, difendemmo dunque semplicemente ai bambini di rispondere al telefono, che prende a pretesto le nostre difficoltà finanziarie e di eventuali appelli di uscieri. Quando ne fummo in questa fase, di altre manifestazioni di un carattere più stupefacente, non ritardarono e la prima fu per me. Una notte, verso due ore della mattina, mi alzai molto banalmente per andare alle toelette, e ne approfittai come spesso, per andare bere un vetro d'acqua al rubinetto della cucina. Appena -je avevo attraversato la metà di questa parte, lontano da qualsiasi oggetto, io ricevuti ciò che potrei chiamare un colpo “di PUGNO„ nella mandibola, che mi deformò la bocca e la lasciò pieno di pizzicori nella guancia. Ne restai pantois! Osservai tutto attorno a me, nulla! Tornai dunque stendersi senza troppo avere compreso.

Credo del resto che ne non parli a nessuno sul momento. Cosa avreste fatto al mio posto? Ciò mi sembrò così tanto che confonde sul momento che io crudi quasi avere sognato. Sapevo certamente che non era il caso, ma come spiegare una simile assurdità a qualcuno “di giudizioso„, che non credi ai fenomeni paranormaux.

Non so se devo dire fortunatamente per me, alcuni giorni più tardi il fenomeno andava me essere apertamente confermare mentre nessuno non dormiva nella circostanza. Avevamo fatto uscire una sera, Marie-Claude, i bambini ed io, e rientravamo dopo cenare alla casa, quando un altro incidente ci lasciò tutto pantois, mentre con certezza, eravamo bene svegliati questa volta. Nulla poteva lasciarci supporre un nulla, e ciascuno giro a giro passammo depositare i nostri abiti nella grande penderie dell'entrata, senza soltanto ci spiegammo qualunque anomalia. Marie-Claude era l'ultimo da depositare il suo abito, ma quando volle richiudere la porta più che a mezzo aperta, non poté muoverla. Un po'poiché avevo reagito la notte del colpo di pugno, non insisté in mancanza di comprendere e si diresse verso la porta delle toelette. Come la porta della penderie, questa batteva alla corrente inferiore d'aria e come la prima, la avevamo lasciata a mezzo aperta. Là ancora: Impossibile di muoverla! Non anche di un centimètre! La sua sorpresa andava crescente, allora arc-bouta ! Ma la porta non si mosse sempre. Lo sfidò, mi girai e la richiusi come alla pratica???

All'appuntamento seguente con il questo “monsignore„, gli parlammo delle nostre esperienze stupefacenti. Non sembrò ne stupito, ma al contrario piacevolmente consolidato. Li spiegò che era gli spiriti cattivi che combattevano dinanzi al bene, non che vuole cedere il posto, ma che se si comportassero già in tal modo, qualsiasi speranza era certamente permessa. Occorre dire che ci faceva encenser la casa dello scantinato allo grenier, di un miscuglio di erbe con una pasta berastra abbastanza male odorosa che, spargeva tuttavia un odore non troppo sgradevole a bruciare. Ci aveva del resto detto di andare lui stesso cercare questa merce preziosa in Egitto. Così- lui, era un uomo piacevole, molto aperto, per niente professore Nimbus, ma all'opposto molto di buona presentazione e parlando anche delle sue esperienze familiari in qualsiasi semplicità.

Durante tre o quattro mesi dove i fenomeni andarono amplificandosi, passammo allora per diversi scenari. Fu ad esempio nello stile palpitazioni nella parete, che ciascuno intendeva a volte molte decine di minuti. In un altro stile, arrivò una notte a Christophe, di trovarsi svegliare con le vibrazioni sbarre del suo letto. Aveva in effetti sette o otto sbarre verticali alla testa ed al piede del suo letto che tutti si erano messe a vibrare senza che nulla possa spiegarlo. Aveva allora acceso la luce, si era seduto sul bordo del suo letto ed aveva acceso una sigaretta fin quando il fenomeno si ferma. Un'altra volta ancora, Marie-Claude che aveva posto i suoi abiti su un grande cesto di vimini nel bagno ed era entrata tranquillamente nella vasca da bagno, aveva inteso uno bruissement che lo aveva fatto girarsi. Questo era soltanto i suoi abiti che erano andati volare lontano dal canestro, mentre tutte le uscite erano chiuse e che nessuna corrente d'aria scopava la parte.

Vi passo molti dettagli poco edificanti, poiché ciò durò tutto quest'inverno 87/88, ma cosa stupefacente, ne non provavamo timori, ne ridevamo anche spesso. Invece eravamo abbastanza facilmente irritati ed irritables, non non di fronte a tutti questi fenomeni, ma come mancanza di pazienza verso tutte le circostanze della vita.

Gli appelli anonimi, continuavano tuttavia ad arrivare e più il tempo passava, più eravamo sfidati da queste sensazioni di disagio che se ne seguivano. Iniziavamo più non a riderne, ma volevamo d'altra parte ne avere il cuore netto. Senza avere prevenuto Christophe delle sensazioni di disagio che ci sembrava osservare dopo quest'appelli telefonici, lo lasciammo un giorno rispondere banalmente. Così alla pratica fece allô, allô, nulla! Raccrocha.

Un'ora dopo, lui che era già di tendenza asmatica, cadde in insufficienza respiratoria, ad un punto che avevamo quasi il telefono a disposizione per chiamare Samu, quando il disagio si dissipò da sé. Questa volta, prendemmo realmente seriamente il fenomeno telefona, ed a partire da questo giorno, io solo, che lo crede più forte degli altri, staccò senza più parlare. Bene rapidamente, mi resi conto che anziché raccrocher rapidamente come lo faceva con prima, il nostro interlocutore o interlocutrice, restava di più più in a lungo all'apparecchio. Più i giorni passavano e più potevo anche percepire il sua respiration. Alcuni giorni dopo, una settimana, due al massimo, egli o persisté molti minuti con sospiri di rabbia, che si conclusero quasi con ringhii di rabbia. Alcuni potranno forse immaginarsi altra cosa, ma era bene una rabbia. Fu del resto l'ultima volta che noi eûmes questo tipo d'appello.

Le manifestazioni, si conclusero una sera con un grande rumore, mentre eravamo quattro ad osservare la televisione. Non posso più dirvi che oltre a Marie-Claude e me erano presenti, quando noi eûmes l'impressione che la metà della casa si crollava. Sconvolti, ci precipitammo tutti di uno stesso buono verso le camere da cui veniva il rumore e là come sempre: Nulla! Non anche l'ombra di una corrente d'aria!

Oltre alla sera dove Christophe aveva fatto questo disagio, Marie-Claude era restata spettatrice di tutto ciò senza troppo credervi, anche per ciò che aveva vissuto essa stessa. Se avessi personalmente la testa dura per accettare dio, per questo tipo di fenomeni occulti, lo aveva molto così dura come.

Molti mesi passarono, prima che ne parli per occasione ad un collega ed amica. Questa crudo non soltanto ciò che Marie-Claude lui disse, ma gli confermò con le pratiche che aveva avuto essa stessa in questo senso. Fu da partire da questo momento soltanto che Marie-Claude iniziò non soltanto a supporre che tutto ciò abbia potuto essere reale, ma iniziò anche ad averne timore. Ci era stato necessario passare tuttavia per un altro cammino che non li racconterò per non gettare il discrédit su nessuno. Questa volta Marie-Claude vive. Sì avete bene letto, poiché occorse che arriva a vedere credere, come Thomas per Gesù, tranne che non si trattava più di Gesù.

Inizio gennaio ottantotto, lasciammo di parte tutte le queste “assurdità„ e partimmo tutti due verso il Venezuela. Durante la nostra assenza che andava durare tre settimane, mamma venne da noi a conservare i bambini. Sabine aveva soltanto appena dieci anni e Sébastien otto anni e mezzo. Ci volavamo con la promessa che combiniamo preparare l'arrivo di tutta la famiglia. Inutile dunque di dirvi che a partire da questo momento alla casa, ciascuno andava vivere all'ora Venezuela in attesa dei nostri appelli e del nostro ritorno.

Vi trovammo il nostro amico Felipe che passava là-bas alcune settimane di congedo, felice di trovarsi sotto il calore sole del suo paese costoso. Cercammo dunque ancora una volta, di unire l'utile al piacevole, poiché lo scopo iniziale, era bene il lavoro.

Essendo dato che tutto, assolutamente tutto, noi sembrato così tanto piacevoli ed inaspettati, non so che dirvi più. Dalle riunioni con gli addetti di ambasciate ed industriali, fino a tutti i diversi contatti umani che noi eûmes con la famiglia e molti amici di Felipe, senza dimenticare i nostri viaggi agli accessi anche dell'Amazonie, tutto noi attirò a ritornarvi. Ci sentimmo veramente: Da noi! Il clima di Maracaibo, dove dovevamo normalmente installarsi, era certamente abbastanza caldo, poiché questa città è situata al livello del mare, ma non era tuttavia troppo che prova per Marie-Claude che io avere il piacere di vedere per la prima volta, felice di prendere un bagno su una spiaggia. Non vi dico che ne non ce ne saranno altri, ma per essa gli occorrono queste latitudini per potere bagnarsi, a meno che sia nella sua vasca da bagno.

Ne approfitto taquiner un po'mentre non può rispondermi. A Caracas come a Maracaibo, c'erano molto di buoni collegi francesi per i bambini. La clientela potenziale, benché spesso di filiali straniere, non fosse certamente così abbondante come in Francia, ma esisteva almeno come mercato. Altri contatti di laboratorio francese mi permettevano d'altra parte di prevedere una buona apertura su Sao-Paulo al Brasile, tutto noi sembrato dunque opportuno. Disponevamo di tutto del necessario, potenziale clientela, potenziale tecnico, scuole corrette, paese nel quale avremmo voluto vivere, le porte potevano infine aprirsi…

Al nostro ritorno a Evreux, tutta la famiglia senza eccezione, li attendeva. Ciascuno si vedeva nell'aereo sicuro “piccolo Nono„, poiché chiamavamo ancora Sébastien all'epoca. Aveva visto alla televisione molti incidenti d'aereo i mesi precedenti, non aveva dunque per niente fiducia in questo mezzo di trasporto, era più ragionevoli, andava fabbricarsi ali.

Se presto di ritorno, io messi dunque doverne di trovare industriali, per creare un partenariato all'immagine della società che avevo fatto vivere alcuni tempi. Ero felici di abitare non lontano dal posto, poiché avevamo privilegiato il bilancio Venezuela, al bilancio trasporta. Andavamo dunque a piedi, eccetto eccezionalmente per lunghi tragitti quando mamma poteva prestarmi la sua automobile.

È e poco dopo il nostro ritorno, scendemmo un giorno in città a piedi, e che incontrammo Nathalie, piccola Nathalie che faceva parte di questo gruppo di amiche, all'inizio della nostra vita comune con Marie-Claude. Lo avevamo allora un po'perso di vista, essa e Dominica, il due copines inseparabili, e non li nasconderò che ne ero stato allora felici poiché un tempo era venuto o esse qualsiasi due lo avevano un po'aggravato. Gli facemmo il bise, poiché il bise passa ancora… ma ecco che si mise il tutto di go da parlarci di dio, come ciò, quasi brucia a pourpoint sul marciapiede, agli orecchi di ciascuno ed in un grande entusiasmo. Ah! Realmente! Non gli mancava più ciò che ciò pensava allora.

Quando la lasciammo, la mia opinione era fatta, sulle sue motivazioni di parlarci di dio. Era essa, che senza dubbio, aveva fatto pratiche cattive contro noi, e provava la necessità di giustificarsi.

Un mese passò senza che nulla si decanti così- la nostra situazione. Andavamo sempre a piedi, quando nuovamente, nelle stesse circostanze precedentemente, ve lo dò in mille: Nathalie! E nuovamente, la stessa conversazione e lo stesso entusiasmo: Dio! Allora là, ciò ne era troppo ! Era ovvio! Non necessità di essere indovino! Associai Dominica e Nathalie, Nathalie e Dominica, e non occorrerebbe ora più mai parlarmi di esse due.

A quest' epoca tuttavia Marie-Claude e Dominica, benché di gruppo inverso, lavorassero nello stesso servizio all'ospedale e continuassero dunque ad avere contatti seguiti insieme. Eravamo così al corrente che nel suo servizio, incontrava alcune difficoltà d'integrazione, che venivano in conferma della mia opinione.

Le settimane passarono ed i partner industriali ritardarono a rispondere. Poiché il Bolivar non era una valuta attraente per gli speculatori, più la parte restò indecisa. Ciascuno era naturalmente d'accordo di passare per il mio intermediario per vendere, tanto più che non avevano rappresentazioni sul posto, ma molto poco accettavano di investire tanto cioè poco in anticipo. Uno solo fu troppo tardi perciò perché mi permettessi di aspettare più a lungo. Parallelamente dunque a questi contatti, verso il 15 aprile 1988, vedendo che nulla sembrava dovere decantarsi, iniziai a ricercare un'occupazione dipendente con sempiternelles i piccoli avvisi.

Verso la fine di aprile, forse anche un po'prima, fui sfidato da una di esse, che corrispondeva perfettamente al profilo ed ai desideri di Dominica. Saprete perché, io che non voleva incontrare più, né Nathalie né Dominica, io furono animato questo giorno da un desiderio intenso di portargli queste linee ? Era di più in sentenza di malattia, e poiché abitava in un amico a dieci chilometri di là, me non ricordo come andammo senza veicolo, ma sempre è -il che il pomeriggio stesso, lo incontrammo. Parlammo soltanto molto poco dell'avviso, ma molti ciò che vivevano qualsiasi due con Nathalie. Parlammo del vangelo, “di riunioni„ di quali affittavano dio attorno ad un pasto, di sornettes in alcuni tipi per me. Sapevo sempre così fermamente, che Gesù era stato un extra terrestre.

Se sono onesto, alcuni mesi prima, quando avevamo iniziato di andare a questa signora vicino al Mans, che li aveva inviati nel monsignore, avevo bene ricominciato di dire preghiere. Mi ricordo anche di una volta dove mamma mi aveva prestato sua Renault 9 per andare a Lione, sul cammino del ritorno, cioè circa su cinque cento chilometri, io avevano tutta la lunghezza, ma tutta la lunghezza, récité “del nostro padre„ ed di “vi saluto Marie„. Era, lo riconosco, molto più per superstition che per credenza, poiché ero sempre convinto che dio non esistesse, ma Marie, quella di “ vi saluto Marie„, almeno la mia, quella dell'epoca, la era anche secondo qualsiasi probabilità, un'extra terrestre.

Dopo la visita che avevamo reso a Dominica, avevo comunque compreso una cosa, non era né una né l'altra che cercava di farci male. D'altra parte, Nathalie che non era ancora infermiere, ma faceva a volte alcune piccole sostituzioni all'ospedale, non lavorava a questo periodo. Disponeva dunque di tutti dei suoi giorni di libertà, e veniva di più più spesso in renderci in visita. Visto che ero in gran parte un tempo alla casa, era dunque con me che parlava più. Tuttavia, come avevo agito a loro riguardo, pensando di esse due molto male, dalla loro parte, avevano preso la decisione di parlare del vangelo a Marie-Claude, certamente, ma soprattutto non ad Alain.

Là, al contrario della loro decisione, come la avevo io stesso fa portando a Dominica questo piccolo avviso, ogni settimana ed ogni giorno un po'più, Nathalie veniva a parlarmelo. Era certamente combattiva piccola Nathalie, ma non se ne lasciavo raccontato per tanto. Era bene inteso tutto ciò che c'è più di amichevole, ma non andavo tuttavia disconoscere le mie opinioni e la mia sincerità! Un giorno senza che possa esprimerne perché né lo come, non posso dire una certezza, né anche un'intelligenza, non neppure una speranza, non, nulla di tutto ciò, ma io “sus„, che tre settimane dopo, tale giorno, me arriverebbe qualcosa che ROVESCEREBBE la mia vita. Non posso dire differentemente, ma fu così, io sus.

Verso il quindici maggio, appena una settimana dopo che “io„ Nathalie lo invitò ad un piccolo - pranzare “sus degli uomini d'affare del vangelo pieno„ a Meudon. Gli uomini di affari, ciò me convenivano al rigore. Non erano del resto un po'? Mi dico, ci dicessimo: Cosa rischiamo? Non eravamo più ad alcune decine di franchi vicino, con tutti i debiti che si accumulavano di giorno in giorno! E quindi, come per occasione, ciò cadeva questo stesso giorno, che alla mia certezza la mia vita sarebbe stata rovesciata. Crudi allora ad una riunione inaspettata, saprò, può essere un mécène qualunque ???

La vigilia di questo giorno famoso, Nathalie, ancora essa, passò renderci visita verso dieci sette ore. Se non m'inganno dovevamo essere il ventotto maggio. Secondo le nostre nuove pratiche, iniziammo a conversare sul nostro argomento favorito: Dio! Mi chiedo bene ora, ciò che potevamo dirci durante tutte quest'ore. Quanto occorreva -il che sia ostinato, e quanto occorreva -il che sia perseverante e combattiva…

Quella sera , restò da cenare con noi come tempi ad altri, e la conversazione continuò. Certamente perché era un venerdì e che nessuno non lavorava il giorno dopo, Marie-Claude e Christophe, vennero ad aggiungersi a noi ancora più a lungo soltanto al abituato. Così quella sera diventò presto tre ore della mattina sabato il 29 maggio 1988.

Penso che sia in occasione di questa sera, che ci dimostrò una cura miracolosa, di cui era stata pilota o di cui non aveva fatto che intendere parlare, ma poco importo. Una donna di novanta anni, raggiunta della malattia di morbo di Parkinson, andava curvata, il corpo piegato in due. Gli organizzatori di questa riunione, della gente come voi e me, avevano proposto in fine di pasto, di pregare per la cura pazienti e questa signora si era avanzato verso loro. All'inizio della loro preghiera era caduta senza farsi male, e dopo che si era sollevata, non era più incurvata per riacquistare il suo posto. Alcuni momenti dopo mi sembra, era nuovamente tornata verso le stesse persone allo scopo sempre che pregano per essa, erano caduti da nuovo senza farsi male, e si erano sollevati senza la malattia di morbo di Parkinson. Aveva allora bevuto il suo caffè dinanzi a loro, senza tremare, senza invertire una goccia…

Fui eventualmente leggermente scettico, ma una cosa è certa, la mia riflessione fu: “Allora quello, di un dio come quello, io ne voglio! ». Fu da parte mia attualmente soltanto un boutade, “parli, naturalmente che di un dio come ciò tutti ne vogliono„, ma ero stato comunque sfidato. Ciò non era avvenuto in un luogo preciso al quale era accordato un valore sovrannaturale, non era stato citato nei giornali… Non! Semplicemente tra amici, tra gente semplice, non necessità di surhommes investiti poteri speciali. Gente poiché ed io avevate pregato dio al nome di Gesù, e dio avevano risposto con un miracolo…

Non posso garantirli quanto tempo io restò allora su questa realtà certamente un po'banale così- la sua conclusione, di sapere “che un dio come quello, ne volevo„. Non sono anche  assolutamente certo che ce l'aveva riportato alcune ore prima, perché non anche alcuni giorni,  ciò non ha assolutamente alcun'importanza, una cosa era concepibile:  “Un dio come quello, io ne volevo„. Non dico soprattutto che realizzai allora che dio abbia potuto non esistere, non, sempre , bensì nel senso rigolard e buono bambino: “Allora sì, ah, ah, ah! Là, sono perciò! »

Non mi presentavano più là un dio morto che imponeva la sua volontà con rugosità, al quale occorreva soddisfare per pratiche che stancano ed ipocriti, ma al contrario un dio che agisce. Un dio vivo, con tutta l'importanza che sempre ad avere la vita per me. Un dio che, oggi poiché ieri, faceva ancora e sempre miracoli. Di quello:  Sì! Ne volevo, ma ancora -il aveva occorso che esiste!

Credo che quando accettai ciò, tutto andò tuttavia molto rapidamente in me, e mi resi conto improvvisamente, come per incanto che…

Ma riflettiamo un po'come lo realizzai allora in un momento: Quando bene anche Gesù era stato un extra terrestre, come lo avevo preteso tanto e tante volte, ciò non faceva in realtà che provare che sapeva fare facilmente già due mille anni fa, ciò che noi dalla nostra parte, non sappiamo fare che sulla luna da alcuni decenni e che da parte mia non so ancora fare della totalità. Allora se avesse venuto da un'altro pianeta insegnarci i precetti da seguire, quanto più dobbiamo fargli fiducia, visto il suo anticipo su noi.

Quando realizzai cella, in un momento misurai allora tutta la mia assurdità, tutta il mia incrédulité e pronunciai allo stesso tempo con gioia questa breve frase all'attenzione di Nathalie: “Ma sì! Hai ragione! Poco importa che abbia potuto essere Gesù; che sia stato un uomo o un extraterrestre, cosa che è importante: È di seguire i suoi precetti.„

Non facevo mentre parlare, che comprendere intelettualmente una cosa ovviamente nuova, poiché avevo a volte compreso problemi di maths o avevo compreso un fatto della storia della Francia.

Mi sedevo là in questo grande divano, Marie-Claude alla mia destra, Christophe in una poltrona alla mia sinistra, Nathalie leggermente sulla mia destra, quasi di fronte Marie-Claude. Nulla non era più simile per noi tutti attualmente, che ad un altro momento, soprattutto vista l'ora che si avanzava. Tuttavia! Nel momento in cui terminai questa frase, a questo momento preciso, senza aspettarsi, miraculeusement, sì miraculeusement posso dirlo, fui invaso, così sommerso da un'immensa vago di felicità ed io avere la bocca aperta per dire tre parole che non andavo comprendere.

Ero brio di vivere ciò che è Bibliquement chiamato “il battesimo nel santo-Spirito„.

Ne non conoscevo ancora l'esistenza, e ne avevano ancora meno la comprensione, ma dio me lo diede, Gesù me lo diede, perché ero d'accordo di seguire i suoi precetti. Io lo impie, io che era andato fino a prostituer il mio corpo, che aveva disconosciuto dio stesso ed aveva ridicolizzato i suoi figli Gesù, io perché ero d'accordo di seguire i suoi precetti, lo battezzò di spirito-Santo.

Questa traduzione è stata effettuata da un traduttore elettronico, è per questo che chiediamo a lei molta indulgenza, e siamo aperti a qualsiasi proposta dalla sua parte per una migliore interpretazione. Grazie per ciò, di volere contattarci qui.

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