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Seguito del capitolo 5


Ero adulto?



Posso affermarli, che l'effetto non si fece aspettare! Non voglio dire là che intesi il suono di una voce o qualche manifestazione sovrannaturale come me l'immaginavo, ma entrai bene in presenza di questi spiriti con ciò che io annate essere i miei pensieri, i miei desideri irrésistibles ed i miei cambiamenti di comportamento.

A volere fare venire a me il cuore di mio padre, non era essa che era venuta, ma lo so ora, demoni. Vi dicevo bene che quando iniziai a vivere con i miei precetti, ero stato sfidato io stesso tanto io erano diventato taquin. Là non fu più sorprenderlo, bensì indignarlo, écœurer io stesso dei miei comportamenti. Il giorno dopo anche della morte di mio padre, messi ad esibirsi in modo tale che mi facevo timore, répugnais, ma non potevo nulla contro. Io sus immediatamente che non era io! Era ad un tale punto che mi osservavo agire senza potere anche controllarsi. Io che raccomandava su e molto a che voleva intenderlo, che per superare le forze delle oscurità o d'sorcellerie o altre cose di questo tipo, bastava “volere„, che nulla poteva raggiungerci se fossimo molto di carattere, e bene io, io fossero il giocattolo di questi demoni.

Alcuni mesi dopo, avevo così tanto moltiplicato i miei méfaits ad eccesso, che fui fermato dalla polizia e messo in guardia a vista. Io riconosciuti i miei difetti e furono dichiarati educatamente responsabili dei miei atti da due psychiatres. Giudicato a porta - chiusi, fui condannato a due anni di prigione con rinvio.

La cosa lo raggiunse certamente profondamente, ma non mi portò tuttavia la convinzione che fu umanamente impossibile superare questo tipo di male. Continuai dunque a mettere la mia fiducia in me, poiché anche se mi vedessi agire come un altro, la mia trappola era tuttavia di credere che fosse “io„. Confondevo le tentazioni che mi venivano dal tentateur e la mia responsabilità a compiere queste dette tentazioni. Ne riparleremo ovviamente nella seconda parte.

Devo riconoscere tuttavia che questo buffetto del nemico che non conoscevo nella sua reale dimensione, mi aveva fortemente sfidato così- lo occultisme ed il sorcellerie. Visto ciò che era avvenuto per i miei genitori quando avevano fatto venire questa “gente„ a sapere se qualcuno agiva su loro per sorcellerie; perché ci aveva stato il decesso di mio padre; perché i prestiti fatti sulla casa si erano trovati regolati dall'assicurazione vita e che alcuni atteggiamenti della mia nonna, sempre la stessa li portava dei dubbi supplementari; perché al decesso di papà, io crudi che era essa che aveva finito per avere ragione di lui; perché io stesso, mi vedevo bene andare contro la mia volontà, anche se vi fossi cooperante; a causa di tutto ciò, mi rivolsi ad una donna che trattava il pendolo, come lo faceva del resto la mia nonna.

Ma cosa possono fare la magia bianca contro essa stessa, o anche la magia bianca, contro la magia nera?  Tutto ciò resta bianco berretto contro berretto bianco. È ancora fare conservare la sua casa dal ladro.

Ciò non arriva ovviamente a nulla, poiché anche se la mia nonna fosse stata senza dubbio uno degli ingranaggi della maledizione sulla mia famiglia, da parte mia, queste maledizioni si annegavano nelle mie responsabilità in relazione a tutti i miei smarrimenti. Non andiamo dunque più lontano in questo senso che li condurrebbe soltanto a girare attorno al vaso per meglio noi velato la faccia. Dio non ci chiede di osservare ai difetti di quelli che li hanno condotti all'errore, ma al nostro peccato da cui vuole liberarli lui stesso per la nostra felicità.

Questa felicità restava per me allora, il nostro camping-vettura che andavo riparare in modo più comodo, essendomiresomi-conto di alcune incoerenze il primo anno. Il tredici luglio 1975 partimmo così tutti quattro per un mese in Grecia.

Queste vacanze sono fra le migliori di quanto non passammo mai insieme. Furono sparse di tante riunioni impreviste con greci ardui nel corso del nostro soggiorno, che ne ritornammo convinti a essere passato accanto alla vita alla quale qualsiasi uomo dovrebbe aspirare. Anche Samuel e Igor erano stati così piacevoli, che tutto li induceva a non riprendere la corrente implacabile della vita tradizionale alla ripresa di settembre.

Eravamo ancora la domenica secondo il nostro ritorno, e non sapevamo a che operare tanto l'espatrio era stato grande. I lavori della casa di mamma dovevano essersi interrotto temporaneamente, e sul momento, fare una balade li apparì quasi inutili. Le ore passando, decidemmo tuttavia per uccidere il tempo, di andare fare una passeggiata in automobile, e se l'occasione lo volesse, assisteremmo sia ad una cascata auto, sia ad un auto-cross come lo avevamo visto su manifesti pubblicitari. Io che era sempre stato così entusiasta di corse automobili o altri spettacoli di questo tipo, quel giorno mi lasciai portare a caso della vita, senza sapere in quale direzione dovevamo andare.

Conoscevamo ancora soltanto poco la regione, poiché da un anno che lo abitavamo, non eravamo mai molto usciti a causa di questa costruzione famosa. Così verso dieci sette ore, passammo dinanzi ad un tipo di grande festa pastorale alla quale io voluti inizialmente non fermarlo. Ci avevamo appena assorbito alcune migliaia di chilometri il fine settimana precedente, così Annette ed i bambini estenuati da tanta strada, insisterono perché ci fermiamo. Contrariamente alla abituata, fu anche Annette che andò informarsi allo stesso tempo del tipo di manifestazione, la suo durata, il prezzo dei posti, infine tutto il tradizionale. Era un auto-cross, aveva iniziato in ritardo, dunque lungi da concludersi. In mancanza di meglio entrammo!

Alcune corse passarono, iniziai a criticare! Penso che quel giorno, avrei anche trovato a ripetere di una corsa di formula 1, tanto la motivazione mi mancava. D'ora in ora, iniziai tuttavia ad interessarsi poco a poco, quindi cammino che fa, io tesero l'orecchio quando, ai miei lati, intesi due donne di piloti parlare tra esse del loro marito. Non mi rischiai sul momento di avanzare una parola, ma le ore che passano, banalmente io rischiai alcune opinioni alla loro attenzione. Con un sorriso, me risposero molto semplicemente. Fui dunque più precisi, il materiale, la licenza, il bilancio? Io sorto dal circuito questa stessa sera con quasi la certezza mi lascerò tentare; rientrato alla casa iniziai a fare progetti, il giorno dopo, aiutato di un entusiasta sopportare, cercai il mio primo veicolo.

Questo supporteur, lo avevo trovato nel mio collega ed amico Jean-Mary che andava immediatamente diventare il motore della situazione. Avevamo già fortemente indebolito il nostro bilancio nel corso delle vacanze, così queste nuove spese dovevano essere molto restrette per avere una possibilità di realizzarsi. Egli démena per farmi ottenere gratuitamente vecchia R8 che appartiene all'uno dei suoi amici; da un altro, un motore di R10 da rivedere; per una pubblicità sul veicolo, degli estintori; per alcune centinaia di franchi, del tubo per fare un'arcata di sicurezza; e il 15 febbraio 1976, cominciai il mio primo addestramento.

Non era certamente una bomba questa prima automobile e non li dico non più, che quando mi trovai per la prima volta su una linea di partenza, io preso realmente seriamente. Io che aveva sognato cento volte e molto più, di fare le ventiquattro ore del Mans o anche queste spese di formula 3 alle quali ero stato a due dita di partecipare, trovarsi in un campo da fare “Vroum, Vroum„, devo riconoscerli che ciò mi sembrò ben puéril sul momento. Fin dalla rimozione di bandiera dimenticai tuttavia tutto il contesto, ed in mancanza di meglio, “Vroum, Vroum„ andava restare la mia passione per dieci anni.

Non mi resi conto all'epoca che il secondo dei miei scopi aveva anche trovato il suo compimento. Credo in effetti che lo interpretassi allora come una semplice tappa di un obiettivo à venir.

Costruii un piatto porto veicolo che feci approvare, e spesso, al fine settimana, partimmo qui o là con il camping-vettura al gradimento delle corse. Le settimane così-ad esse, andavano essere tanto più riempite che ad ogni uscita il lavoro di riattamento non mancò. Questo mi permetteva forse di limitare alcuni dei miei cattivi rapporti d'affari, che benché più mascherati, non cessino per tanto. Ciò portò ovviamente sempre più difficoltà nella coppia che andava strappandosi gradualmente.

Fu tuttavia verso quest'epoca mi sembra, che inizi a prendere realmente coscienza delle ingiustizie della nostra civilizzazione di fronte ai paesi in via di sviluppo. Come ciò che, l'uomo è sempre diviso tra il bene ed il male. Avevo a quest'epoca un altro collega il cui nonno aveva fatto brevettare diverso tipo di mulini a vento, allora tra ciò e le stazioni di pompaggio nel deserto, più tardi la desalificazione d'acqua di mare o delle mini unità di fabbricazione di medicine, io iniziai a provare gradualmente la sensazione che ci sarebbero certamente molte belle cose da fare se fossero finanziariamente private di speculazioni. Giudicavo allora i diversi nella loro ingratitudine, senza prendere coscienza che il mio proprie cattive inclinazioni erano ancora molto più egoiste verso la mia famiglia, che quelli che accusavo di tutte le parole della terra. Siamo molto più propensi a giudicare i diversi che a giudicarci -anche, li è bene uno dei nostri più grandi difetti!

Poco tempo prima delle vacanze settantasette, lasciai quest'impresa di fabbricazione di fasciature e ricercai un altra occupazione. Ne trovai non da là, a Evreux in un'impresa specializzata nell'installazione di fabbriche - agro alimentari.

andava essere per me un giro importante, che andava permettermi di lasciare gradualmente la tavola da disegno per diventare un uomo di terreno. Vi passerò ovviamente molti dettagli senza grande interesse, per fermarsi di tempo ad altri, soltanto sui punti particolari che ebbero maggiore incidenza sulla mia vita.

Le grandi linee della cattiva condotta coniugale andavano purtroppo persistere, ma credo sempre più allo scopo insospettato allora, di trovare un'altra compagna. Poiché ricercavo tuttavia, tanto la felicità di Annette che quello di Samuel e Igor, giravo in tondo, che si rifiuta di fare loro subire una separazione netta e brutale. Aspiravo in effetti profondamente ad una vita familiare felice, nella quale nessuno non era stato trascurato. Tentavo di conciliare gli straripamenti extraconjugaux con la vita di famiglia, senza dimenticare l'Auto-Cross e l'investimento professionale indispensabile di riuscire e potere sovvenire a tutti i desideri di ciascuno.

È e quell'anno, a inter - stagione, costruii mia prima monoplace. Fu interamente fatto-mano, essendo i miei soli attrezzi un trapano elettrico ed un posto a saldare, completata da  alcune lime ed una sega a metalli. Abitavamo una residenza, e nella piccola gabbia che mi fungeva da seminario, avevo soltanto bene poco posto, non anche l'elettricità. Ogni volta che lavoravo alla macchina, dovevo passare un'estensione elettrica con la finestra dell'appartamento. I vicini mi fungevano spesso da spettatori, ed in particolare una giovane coppia, Gill e Catherine che non sapeva ancora che sarebbe stato alcuni anni più tardi, una chiave per la mia vita.

Il nostro arrivo a Evreux non andava risultare di buon'influenza per Samuel. Suppongo segnato dal decesso del suo nonno, iniziò a quest'epoca ad interrogarsi su questioni d'ordine spiritoso. Che là ha dopo la morte, sfida effettivamente piccoli e grandi. Ovviamente, io che lo considerava “particolarmente ferrato„ sulla questione, non mancai allora alcun'opportunità di parlarle di tutta la mia scienza relativa a questa teoria alla quale credevo sempre duro come ferro.

Non so se ne tenne realmente conto, ma questo periodo segnò per lui un giro ben difficile da negoziare. A partire da questo momento, incontrò tali difficoltà d'integrazione nella sua nuova scuola e in diversi altri settori della vita, che non se ne rimise mai realmente tutta la sua scolarità. Quale danno, era così bene partito gli anni precedenti!

A che si deve attribuire questo fenomeno? Essendo io stesso interessato soltanto da un ruolo di padre, mi conserverò bene di fare una relazione diretta di causa ad effetto con ciò che lui avevo insegnato. È tuttavia ovvio che le sue difficoltà scolastiche, cominciarono a quest'epoca.

Igor, era lui ne materno, e felice di esservi, anche se fosse soltanto un aspetto dovuto alla sua gioventù. Come Samuel, soffriva enormemente per il nostro disaccordo perpetuo, che cresceva certamente per cuscinetto, ma molto anche inesorabilmente che il filo del tempo, e soltanto alcune calme piatte intermedie.

Alle vacanze settantotto, tornammo in Grecia, ma non trovammo tutte le circostanze piacevoli del 1975. Ci sembrò che tutto diventi terribilmente turistico e benché soddisfatti al nostro ritorno, egli ci sembrò essere un po'restato sulla nostra fame.

Fu allora, che amici ai quali alcuni tempi avevamo prestato mano forte in lavori d'ingrandimento della loro residenza, ci proposero un affitto comune agli sport d'inverno. Fino allora mai non essendo andato, mi facevo un'idea completamente falsa dello sci. Non ero assolutamente tentato da ciò che credevo di essere le navette incessantes, aumento discesa, aumento discesa. Ci lasciammo tuttavia convincere con il loro entusiasmo da evocare le memorie delle loro avventure scorse, ed a Natale partimmo trovarle nelle Vosges. Fu effettivamente eccellente! Fummo veramente conquistati tutti, ma anche convinti che sarebbe sempre la buona scelta di montagna. Noi apparì allora, come assolutamente inutile ed irrisorio di girare i nostri sguardi verso le grandi e snobs stazioni alpine.

Come molti altri anni, passammo le nostre vacanze d'estate, parte la spiaggia naturiste di Torreilles, nei pressi di Perpignano. Prendemmo allora molto rapidamente la pratica di programmare le nostre vacanze d'inverno così presto le vacanze d'estate terminate, e quasi reciprocamente. Così l'anno successivo, noi che pensavamo di ripartire agli sport d'inverno come precedentemente, molto in una piccola stazione delle Vosges, ci trovammo nuovamente a dividere un chalet con i nostri stessi amici, ma al Houches, nelle Alpi. Vi restammo quell'anno due settimane consecutive ed i progressi di ciascuno furono così tanto ovvi, che prima della fine del soggiorno, questa stazione iniziò già a sembrarci troppo piccola. Come ciò che è prudente non dire mai: “Fontana non berrò mai della vostra acqua„.

Mille nove cento quattro venti andava essere una buona data. Ai fine settimana, in auto-cross, eravamo privilegiati con il camper poiché, rispetto alle altre famiglie di piloti. I bambini erano sempre che partono, soprattutto a quest' epoca. Annette, era piuttosto felice al ritorno, quando avevo fatto un buono posto, ma affliggeva sempre un po'ad andarlo. Iniziavo là la mia quinta stagione ed iniziavo ad avere materiale equivalente ai migliori, ed a sapere utilizzarlo tanto. Per ragioni di bilancio, per potere conservare le vacanze d'inverno e d'estate, io corsi mai il campionato della Francia, secondo le mie aspirazioni. Mi era stato necessario per ciò prendere troppo spesso giorni di congedi ed impegnare spese troppo importanti, la maggioranza delle corse di questo campionato avente luogo allora, nel sud della Francia. Salvo eccezioni, mi accontentavo dunque del nord del nostro bello paese ed abitando la Normandia, i miei punti in corse, mi erano contabilizzati in questo campionato regionale.

Alla metà-stagione quattro venti, ero all'inizio di un punto a quest'ultimo, dinanzi molto ad un buon amico pilota che corse spesso il campionato della Francia, quando le mie attività professionali vennero a mettere un termine a mie réjouissances domenicali. Verso fine giugno inizio luglio, un cantiere che era un po'caduto ai oubliettes da due anni, sorse in esecuzione. Con la pendenza della partenza di alcuni responsabili tecnici, mi trovai solo a conoscere tutta la cartella, così -il si propose di assumere il seguito d'assemblaggio.

Ciò rappresentava per me, il trampolino per una promozione importante, e mi apriva grande le porte di una funzione di tecnico per la quale avevo le qualità necessarie, ed alla quale aspiravo profondamente dalla mia entrata in questa società. Non mi chiesi anche precisazioni sulla mia stagione d'auto-cross, immediatamente dico sì alla mia partenza in Colombia.

Andavo sorvegliare l'assemblaggio abbastanza di un'importante unità d'estrazione e concentrazione di succo di frutta. Nonostante il compito dinanzi al quale mi trovavo, feci un'ultima spesa, andai il tempo di un fine settimana, trovare Annette ed i bambini al capo di Agde dove passarono le loro vacanze, quindi me volai direzione Bogotà. Ringrazio il mio dio che denigravo allora, che mi permise tuttavia di fare quest'esperienza umana. Lo portò in effetti molto e mi permise di spiegarmi la bellezza che ha messo lui stesso nel cuore dell'uomo semplice, indipendentemente dalla sua razza o il colore della sua pelle.

Avevo per questa missione, ricevuto molte istruzioni da parte dei miei superiori e come in questo contratto non avevamo venduto l'assemblaggio dei materiali, ma soltanto il loro controllo d'assemblaggio, tutto il personale, strumenti ed attrezzature, erano a carico del cliente che ne aveva ricevuto un lunghissimo elenco molto da a lungo. Particolarmente ero stato dunque messo in guardia sulla necessità assoluta che nessun dettaglio, assolutamente nessuno mancassero. Dovevo del resto confermare subito dopo il mio arrivo nel sito, che tutto era perfettamente rispettato nei minimi dettagli o ritornare in Francia senza indugio nel caso contrario. Ero tanto più messo in guardia, che ero per l'occasione accompagnato da un capo Assembler, “Frédo„, che aveva la reputazione giustificata di bere come un foro. Scusa -moi “Frédo„ di dire la verità.

Al nostro arrivo a Bogotà, trovammo il nostro gruppo d'accoglienza, alcune ore dopo l'appuntamento previsto. Primo colpo non esploso da parte mia, poiché all'aeroporto, non avevo riconosciuto il mio nome pronunciato alla spagnola. Avevo in effetti per molto pratico di questa lingua, soltanto due anni di lavoro personale con metodo Assimil. Era bene poco. Attuammo con successo tuttavia la giunzione con il nostro cliente che si fece molto caloroso al nostro riguardo, quasi troppo. Ci offrirono molto cordialmente l'aperitivo, quindi li portarono in uno dei migliori ristoranti francesi di Bogotà. Se io percepiti bene da loro un certo imbarazzo, non vi attribuii troppa importanza e passai oltre. Nel pomeriggio andammo rendere visita al consolato della Francia, quindi li trascinarono alla fiera internazionale di Bogotà che, come per disgrazia per me, aveva precisamente luogo a quest'epoca. Occorre dire che il nostro cliente era molto una grande fabbrica di liquori e che questa vi esponeva tutta la sua produzione con degustazione a volontà. andava essere per Frédo, l'introduzione più meravigliosa che non abbia mai incontrato dal mondo… Io, avevo preso la risoluzione di seguirlo per non farmi d'entrata un nemico, io i seguiti dunque.

Dopo una degustazione più che abbondante, lasciammo questa fiera tardi nella notte e partimmo ad otto in un 4x4, in direzione di Moniquira,  una piccola città situata a cento cinquanta chilometri più al nord. A Tunja, abbastanza una grande città, avevamo tuttavia fatto soltanto novanta chilometri, ma ci fermammo. I nostri accompagnatori li depositarono al più grande hotel della città, con per appuntamento il giorno dopo mattina dieci ore. Non potevo ancora trarre conclusioni troppo affrettate, ma nel corso di questa prima sera la mia impazienza aveva iniziato a montare un po', ed i miei timori di scoprire una mancanza di preparazioni tecniche crescevano con le ore che passavano. Al giorno dopo, l'ora dell'appuntamento si perpetuò nuovamente, e sufficientemente perché in mezzo di pomeriggio, mi occorra insistere quasi molto per fare gli ultimi sessanta chilometri che li separavano dal cantiere. Il mio telex di conferma del rispetto dei loro impegni avrebbe già dell'essere arrivato Francia da oltre ventiquattro ore, mentre non eravamo ancora arrivati nel sito. Verso dieci sette ore trenta, superammo infine il recinto del cantiere. I responsabili dell'unità di produzione si aggiunsero a noi e li condussero ad una villa superbe, costruita in attesa di diventare ulteriormente residenza di funzione e che per l'ora era la nostra residenza. Avevano tutta l'intenzione ferma di installarci la sera stessa, ma ero da parte mia molto più impaziente di controllare i miei imperativi, piuttosto che di mettere i miei abiti alla porta - strati. A contro cuore si piegarono dunque alle mie esigenze ed in disperazione di causa, le condussero prima di caduta dalla notte agli edifici costruiti a ricevere i nostri impianti.

I materiali inviati con trasporto marittimo due anni prima, erano conservati ad un centinaio di metri dei loro punti d'utilizzo, e non lontano da queste grandi casse di legno glasse di farfalle notturne enormi e di polvere, una ventina di manutentionnaires avvenivano alla catena, dai cartoni di bottiglie vuote. L'edificio e tutta l'ingegneria civile erano certamente molto bello, ma nessuna base fissa di pesca dei materiali comparse sui piani esisteva. Non c'era più, assolutamente nessuno strumento, né un nessuno delle attrezzature di sollevamento e manutenzione che apparivano sul lunghissimo elenco degli imperativi necessari.

La totalità di quest'elenco era stata la condizione imperativa al nostro arrivo e soprattutto alla nostra funzione sul posto. Avevano confermato più volte con scritto che disponevano di tutto e poiché vengo da voi dirlo, io avevano per ordine formale di rispettare la virgola inferiore o ritornare immediatamente. La scelta era così tanto difficile, che per molto non si sarebbe anche posto. Non fu il mio caso ed io presi il tempo di riflettere a due volte: O facevo fiducia nonostante tutta il invraisemblance della situazione e ne portavo io stesso tutta la responsabilità, con le conseguenze che ciò supponeva per la mia carriera se falliamo, o ripartivo, ma ne non avevo voglia. Il termine d'assemblaggio era relativamente corre con tutto lo strumento necessario, allora ragione di più senza alcuno strumento o quasi. Era impegnarsi in una scommessa intollerabile, il rischio di vedere, o il soggiorno perpetuarsi all'estremo, o essere costretto a ripartire il cantiere a mezzo terminato. Una e l'altro di quest'uscite rappresentavano per me l'assicurazione di un licenziamento immediato e certamente giustificato.

Ne ero là di tutte le mie riflessioni, mentre risalivamo, Frédo ed io verso la villa con il gruppo di responsabili, quando arrivammo nuovamente a prossimità delle casse di materiali. I ventidue manutentionnaires che, alcuni minuti prima, avvenivano i cartoni di bottiglie vuote, erano là ne raggruppa, lo sguardo girato verso me.

Rivedo ancora, in uno di questi sguardi, come questa supplication che mi inviò allora. Quella non era masticato tabacco. Non poteva inventarlo. Usciva da un cuore che non si sentiva certamente anche il diritto di sfidarlo, ma questo cuore, gli era nella necessità di questo lavoro. Quest'uomo, se lo avessi incrociato su un marciapiede parigino, lo avrò preso per Marlon Brandeau tanto egli gli somigliava, e certamente i ruoli sarebbero stati invertiti. Ma, in quest'abiti chiari e consunti, era là ingiallito dalla polvere, ad osservarla con occhi che suppliaient di accettare. Credo oggi che sia a lui che feci allora fiducia e lo percepì. I nostri sguardi si incrociarono e di una voce quasi amichevole, la dice in spagnolo: “Cosa si porta la prima? »

È divertente, questa frase risuona ancora nella mia testa come se la sia allora indirizzata in francese, benché nessuno di loro lo parli. Per non sembrare presi allo sprovvisto, ne osservai a lui e gli dico: Esta! Spinsero in cuore un grido di vittoria e si precipitarono tutti verso le casse pesanti. Ne avevo indicato una piccola che non doveva pesare più di due a tre cento chili, a cinque o sei la presero meno in tempi che ne non occorre per dirlo: Era partito! La mia decisione era presa, tentavamo molto per la totalità, nella fiducia reciproca.

Se mi ricordo bene, il telex famoso tanto atteso dai miei superiori gerarchici, che conferma l'elenco esatto del potenziale umano, strumento e materiale esistente, quello anche che aveva allora permesso loro di ordinare il mio ritorno, non giunse loro mai??? Per…

Vi passo il dettaglio delle réjouissances che se ne seguirono nel sito, con il direttore locale che era Frédo numero due, e gli ingegneri responsabili che non succhiavano neppure soltanto ghiaccio. Non dormimmo più di un'ora questa prima notte, ma a sette ore il giorno dopo mattina, un sabato, quando i quattordici meccanici arrivarono, noi eravamo io e Frédo sul cantiere. Al suo grande disperazione, scoprimmo che uno solo di tutti quest' uomini, sapeva saldare sotto atmosfera dell'argon, ed ancora, era soltanto poco a vicino.

Non citerò soltanto alcuni dettagli sull'argomento, poiché il mio scopo non è di farvi condividere la mia esperienza professionale né di glorificarne. Credo tuttavia che nei nostri paesi industrializzati, avremmo a volte grande bisogno di vivere di tanto in tanto, un riaggiustamento dell'opinione che riguardiamo gli altri come io in vissuto allora uno, ma giudichiamo in da lei stesso. Il lunedì mattina, subito dopo l'arrivo di questi stessi meccanici, uno di loro mi tese una lettera scritta in perfetto francesi, mentre nessuno di loro non lo parlava. Alla prima frase, io crudi essermifattmi ingannare. Mi chiedevano di volere modulare il loro orario, e mi raccontavano il loro orario quotidiano di lavoro. Si alzavano tutti i giorni verso quattro ore e mezzo, uscivano di da loro verso cinque ore, e mettevano un'ora a piedi per ricongiungere il punto di raggruppamento, dove l'autista della piccola 4L Renault voleva prenderli. Mettevano allora un'ora di tragitto per raggiungere il cantiere, lavoravano fino a mezzogiorno, riprendevano di quattordici ore a dieci otto ore, un'ora di tragitto ritorno, ma in questa fase il loro orario incastrava. Sui sei che facevano mattina e sera il viaggio in questa vecchia piccola 4L, ne ce n'erano quattro, che seguivano corsi della sera, di diciotto a ventidue ore, tutti i giorni della settimana. tempo di rientrare a piedi, era ventitre ore, mangiare, lavarsi, stendersi… diciamo ventitre ore trenta a mezzanotte ogni sera.

Li prego di credere che non ci fosse là nessuna menzogna, poiché io avere più tardi l'occasione di verificarlo alla loro insaputa. La sola cosa di che mi rammarico un po', è di avere preso di cima questa gente braves. Con certamente più di un pezzo di rabbia, risposi loro inizialmente categoricamente: Non! Insisterono un poco, tentarono di farmi comprendere tutta l'importanza che ciò rivestiva per loro. Mi lasciai allora un po'piegare, ma li prevenni tuttavia implacabilmente in questi termini “qui ciò non sarà un cantiere alla colombiana, ma un cantiere al francese, il primo che vacillerà irrémédiablement sarà messo fuori„.

Così giorno dopo giorno, mi spiegai l'enormità di ciò che avevo imposto loro, io avere realmente vergogna di averli diminuiti in tale modo. Nessuno delle tre macchine meccaniche da tagliare il tubo che erano precisate non arrivò. Conservarono una sega a metalli a mano per dodici durante i due mesi che durò il cantiere. L'espressione non è può non essere elegante, ma ciò mi faceva “male al ventre„ di vedere questi poveri infelici istigarsi a tagliare diritto i loro tubi. Sudavano a grandi gocce l'ultima traccia d'umidità del loro corpo, mentre non avevano anche il diritto di cambiare la lama di sega tanto che restava uno solo dente sopra. Mai nessun'attrezzatura di manutenzione arrivò. Installarono tuttavia una stampa che pesava dodici tonnellate e misurava dieci metri di lunghezza, a più di un metro del suolo o anche râpeuse di agrumi di quattro tonnellate, a oltre due metri e naturalmente molto di altri materiali dello stesso tipo. Il primo vero posto da saldare arrivò più di un mese dopo l'apertura del cantiere. Nessun manutentionnaire ebbe mai guanti, né di scarpe di sicurezza e nessuno di loro non si inserì mai una punta nei piedi.

A misura dell'avanzamento del cantiere la mia ammirazione del loro lavoro andava crescente, che mi spiega bene la progressione, quando che una mattina verso dieci ore, circa a quindici giorni della fine del cantiere, alla mia grande sorpresa, loro vivo qualsiasi decreto di lavorare e raccolti. Mi dicessero con imbarazzo, che era stato promesso loro delle spese di trasferimento che non avevano ancora percepito. Sapevano molto bene, che se il cantiere si concludesse prima che siano stati regolati, potrebbero dire addio al loro dovuto. Lo sapevo anche. Io promessi dunque di regolare il diverso e tra i minuti che seguirono, erano loro nuovamente al lavoro, come se non avessero mai provato nessun risentimento. Riceverono il loro dovuto ed il cantiere fu interamente terminato, in vicino, a tempo debito.

Il giorno del mio compleanno, il 13 settembre, come lo vuole la loro tradizione tra amici, la incastrarono vicino ad una parete, la ruppero delle uova sulla testa e la coprirono di farina cantando tutti in cuore. Affinché non mi trasformi in pasticceria cucinata al sole, la presero con le mani ed i piedi, e la equilibrarono in una grande vasca di decantazione che fortunatamente per me, era in acque ma non ancora nella sua funzione definitiva. Conservo veramente una memoria eccellente di ciascuno di loro.

Ovviamente alla mia pratica fâcheuse, non ero restato indifferente al graziose le colombiane, di cui in particolare. Avevo così tanto vissuto questi due mesi in modo meraviglioso, tanto con tutti questi uomini che con questa donna per la quale nutrivo una passione profonda, che il mio ritorno verso la Francia andava portarmi una scissione molto penosa, soprattutto verso questa. Noi lasciavamo certamente soltanto per alcuni tempi secondo noi, poiché una nuova sezione di lavori era normalmente prevista alcuni mesi più tardi, ma nella mia ricerca insospettata allora di una compagna gradita, il mio cuore era sul momento in una confusione profonda.

In quest'aereo che lo portava lontano da essa, mi ricordavo tutte le nostre difficoltà a trovarle, il desiderio che aveva di partire in Francia con me, quando improvvisamente un disappunto le più inattese della me arrivò. Mi passerei bene di raccontarvelo, ve lo garantisco, se molti anni dopo, non mi fossi reso-conto dell'importanza spiritosa che ciò aveva allora rivestito.

I miei desideri per questa donna che lasciavo dietro io, il pensiero di lasciarla, tutto iniziarono a sembrarmi atroce, insopportabili, molto più che di ragione. In modo pernicioso, mi lasciai andare a pensare ad essa, immaginarla vicino a me, ricordarmi tutte le nostre promesse, quando improvvisamente, sedute nella mia poltrona, al bel mezzo di tutti, senza muoversi, soltanto con il pensiero, senza che nulla mi lascia predirne, alla mia grande sorpresa e la mia grande vergogna, fui afferrato di un orgasmo irrésistible che lo paralizzò. Gettai un colpo rapido d'occhio a destra ed a sinistra, nessuno fortunatamente non sembrava essersi spiegato nulla.

Mi sapevo fuori norme, ma a questo punto… Io avere realmente vergogna di me.

Nella mia confusione respinsi ciò tutt'al più profondità di io stesso. Mi ripeto senza dubbio un po', ma vi garantisco che vi avrei volentieri tu questo dettaglio della mia vita, se non fossi convinto dell'importanza spiritosa di questo momento di smarrimento. Ne vedremo perché nella seconda parte.

Rientrai in Francia mentre la stagione d'auto-cross si concludeva. Troppe corse erano avvenute senza me, perché possa pretendere ad un posto onorato in un campionato qualunque. Ciò non riveste più per me nessun' importanza oggi, ed anche se all'epoca un buono posto la era stata molto piacevole, c'era sempre la speranza della stagione seguente, senza contare sulle gioie più immediate dello sci.

Fu quell'inverno mi sembra, che gustiamo per la prima volta alle grandi stazioni alpine, al Arc 1800. Tutti ne fummo così tanto deliziati che di anno in anno, non cercammo più la nostra felicità che in questo tipo di stazioni e partimmo dunque alla scoperta di tracciati nuovi. Così facemmo le due Alpi, Toussuire, valle Thorens, le Alpi di Huez e Méribel.

ALLORA , c'era già due anni che avevo lasciato la residenza dove avevo costruito mia prima monoplace d'auto-cross, per venire ad abitare un padiglione in periferia di Evreux. Avevo costruito questo primo modello  un po'troppo stretto e ne avevo “più che abbastanza„ dei hématomes sulla metà della gamba diritta e ai due gomiti, al giorno dopo di ogni corsa. Investito dunque un po' più questa volta e preparai una macchina ai limiti del peso minimo autorizzato, con carrozzeria in resina epossidica. Lo fornii di un distributore di frenata regolabile dal cruscotto, di un differenziale - auto che blocca e di un motore 1300 Gordini che sviluppava attivamente i suoi 130 cavalli. Andavo mi sembrava -il essere bene armato all'inizio di stagione.

Nuovo del lavoro andava tuttavia passare prioritariamente. Come per la Colombia, l'impresa che la usava aveva venduto molti anni prima, sei impianti di sterilizzazione con iniezione di vapore diretto all'Unione-Sovietico. Un metodo un po'simile a quello del latte UHT ai suoi inizi, ed andavo fare la messa in servizio dei sei impianti.

Era l'epoca dove si intendeva spesso dire “si non ha petrolio ma si hanno idee„. Ero ritornato di Colombia con l'esperienza che voi hanno appena raccontato dicendo, “attenzione gli amici, non fuorviate, tra quindici anni la Colombia sarà vicini alla nostra uguale„. Quando ritornai di Ucraina, dico invece “là voi non avete nulla da temere, poiché così oggi hanno trenta anni di ritardo su noi, tra dieci anni ne avranno venti di più„.

Ero anche convinto nel 1981, che avremmo la guerra sotto meno di due anni, così tanto l'intossicazione politica era grandi. Non dico ciò in modo péjorative verso i sovietici stessi, al contrario, poiché là bassi come altrove, incontrai molta gente charmants. Direi anche, ad alcune rare eccezioni vicino: CHE, della gente charmants! C'era con contro tale pasticcio umano, tale depravazione morale, soltanto per tutto l'oro del mondo, anche e soprattutto allora, io mai non sarebbero andato vivere in finché residente sovietico.

Senza dubbio lo accetterei -je ora, se percepissi che il signore me lo chiede, perché vale molto più di tutto l'oro o tutto il denaro del mondo, ma allora, ciò erano stati per me l'accettazione di morire più che l' poco, peggiore che di dormire quando ero ancora bambino.

Non mi estenderò su tutte le depravazioni umane di cui ho potuto essere pilota in quattro mesi. Affinché abbiano potuto écœurer all'epoca, dopo ciò che vi ho detto di io stesso, molto certamente potrete immaginare la dimensione, senza immaginare i dettagli. L'orrore era purtroppo tanto fisico che morale, ma soprattutto morale. Non vi parlo semplicemente a livello sessuale, ma a tutti i livelli, occorre averlo un minimo vissuto, per comprendere la dimensione.

Ritornai tuttavia ancora molto più dépité della Russia che ero ritornato di Colombia, così- quella soltanto io lasciai là-bas. Dio aveva preparato per me, ciò che io vissuti successivamente, lo so ora, e certamente non permise -il che avere un colloquio una corrispondenza con essa. Gli scrissi a lungo, ma ad ogni posta che io ricevuti di essa, io capiti che non riceveva il mio. Ciò anche faceva parte dello intox…

Da parte mia , sempre senza rendermi perfettamente conto, cercavo disperatamente esserlo gradito, quella con la quale avrò potuto condividere una vita di felicità, ma mi occorreva ancora aspettare.

Verso 1982, c'erano sempre gli sport d'inverno e le vacanze d'estate ma non sempre così lunghe. Il mio lavoro iniziava a straripare in tale modo sulla mia vita familiare, che non mi resi conto o non misurai l'importanza dei problemi che viveva Samuel a scuola. Lui arrivava di fuguer e di inventare menzogne incredibili per coprire i suoi difetti dinanzi ai suoi professori. Credo che vivesse già gli stessi problemi io io stesso avessero incontrato, e che li gestiva purtroppo allo stesso modo. La differenza fu certamente che a quest'epoca non gli concedemmo sufficientemente attenzione, contrariamente alla mamma per me. Quanto ad Igor, lo vedevo contenersi su sé stesso, al contrario del suo fratello. Soffrivo di vederlo escludersi, e così attirarsi alcune obiezioni che avrebbe potuto evitarsi, ma non sapevo come agire. In realtà, ero troppo attaccato a io stesso lui per venire in aiuto, poiché mi sarebbe stato necessario per ciò concedergli un minimo del mio tempo.

Mi ricordo tuttavia della condanna personale che mi rivolgevo allora, quando dovevo ad esempio scendere in città il sabato per fare una spesa dove l'altra, e che non prendevo né Samuel né Igor, per essere libero per il caso dove, per occasione, incontrerei una donna seducente alla quale non potrei fare la corte. Posso garantirli che il mia culpabilité era grande, ma non potevo superare questo destino implacabile, e continuavo ad agire così. Occorre averlo vissuto per conoscere il galère, ma ciascuno nel nostro errore, certamente lo viviamo più o meno del genere. Ero in realtà troppo egoista, ma potevo -je da sola agire veramente diversamente? Ancora una volta, l'uomo non lo fa benché vogliamo fare, ma faccia il male che non vorrebbe fare.

Con altrove, dormivo sempre meno, “per vivere„ sempre più. Arrivavo spesso a passare un numero di ore impressionante al lavoro, soprattutto quando si trattava di messa in servizio. Sessanta a quattro venti ore di lavoro alla settimana non avevano nulla di eccezionale, alle quali occorreva spesso aggiungere lunghissimi spostamenti. Ma se ci avesse stato soltanto ciò…

Occorreva preparare i veicoli di corsa, a volte a passare le notti intere, andare correre, avere un colloquio un po'la casa, rifare per il nostro impiego personale veicoli che comperavo sempre vittime. Sapevo anche aiutare l'uno o l'altro, sia a traslocarlo, sia fargli l'assistenza in raduno o partecipare io stesso come navigatore o organizzatore, ma se ancora ci avesse stato soltanto ciò…

C'era effettivamente ancora molto più che ciò. Egli le ore e le ore vi erano passate a ricercare “le buone fortune„. I miei amici iniziavano a considerarlo traboccante di attività, ma quest'ultima attività, la conoscevano soltanto molto poco o la credevano eventualmente sporadici. Sils aveva saputo… Ma ero fiero di mio activisme, credevo di vivere. Lo dicevo a che voleva intenderlo, ma ventais naturalmente soltanto della parte gloriosa. Dicevo anche che non temevo la morte ed era perfettamente vero. Dicevo perché non avevo questo timore di morire, anche a quaranta anni. Perché dicevo -je: “Ne avrò fatto molto più che molto a quattro venti anni„. Là ancora era vero, e bluffais assolutamente.

So ora che di fronte alla morte, la mia assicurazione non veniva da me, bensì un dio. Come -je avrei potuto realizzarlo, mentre ne rifiutavo l'esistenza stessa, con una convinzione identica che per tutto ciò che facevo o intraprendevo?

Dio era diventato per me un'invenzione pura di quello che raccroche ai rami per timore della morte. Così- Gesù, non ne parliamo. Mi ripeto forse un poco, ma per me, era stato un extra terrestre venuto prima dell'ora, e si era giocato della mancanza d'istruzione e della credulità dei poveri infelici dell'epoca. Li aveva ingannati, fuorviato trasformando l'acqua in vino. Non era soltanto il mio solo riferimento biblico, l'unico di cui mi ricordavo. Aggiungevo allora al mio non senso, la mia spiegazione: “ Aveva mescolato impercettibilmente spolverizza, un vino disidratato„. Dove era allora la difficoltà per un extraterrestre? Questi poveri innocenti avevano creduto al miracolo, ne avevano anche fatto un dio. Così- preghiere, alle meditazioni, erano là soltanto per comunicare meglio con nostro “me„, che ci permetteva allora di moltiplicare le nostre piccole capacità terrestri per tre, quattro, e vedere molto più.

Quale hérésie! In quante trappole diaboliques -je ho potuto cadere, e chi più è, farne cadere ben diversi. Della cima della mia conoscenza, spiegavo a che voleva intendermi, ciò che era avrà, le trasmissioni di pensieri, quest' energia elettrica che deriva dalla fermentazione del corpo e che bene ovviamente produce un'onda, visibile o invisibile secondo la sua lunghezza e l'occhio che la capta. Un'onda captable poiché captiamo tutta la televisione. Oh! Non dico ora che tutta questa spiegazione sia interamente falsa così- fenomeni fisici incontestabili, ma so anche che tutte queste teorie collegate allo spiritoso, sono soltanto un'esca di Satana, per mettere la conoscenza dell'uomo al posto dell'esistenza anche di dio. Per mettere la nostra personalità sopra il dio vivo, del dio dei cieli, di quello che diede Gesù i suoi figli, quello che versò il suo sangue affinché chiunque credi in lui non perisca ma che abbia la vita eterna.

Verso quest'anni ottantuno o tre, Annette che aveva scoperto le mie corrispondenze e della Colombia, quindi di Russia, lo viveva molto male. Come lo dicevo più sù, queste corrispondenze avevano tuttavia finito per estinguersi. La Colombia, a causa della Russia, la Russia a causa di essa stessa, ma il male erano restati. Si era anche bene ancorato, poiché le discussioni violente erano più in più di sproporzionate, e con le loro frequenze, e con le loro violenze.

Non tenendo più e forse per essere riassicurato sul nostro futuro, Annette andò vedere una o due volte alla mia conoscenza, una cartomancienne apprezzata della città di Évreux. Mi ricordo che mi riportò allora questo :

“ Mi ha detto che non avevo nulla da temere, che avrò vissuto vecchio e da sola molto a lungo, ma nonostante tutti i tourments che mi farai vivere, non sarò mai divorziato poiché sarai morto di„.

Ci sono effettivamente molte verità in questa frase, anche se si tratta soltanto di tessuti di menzogna, ma aspetta un po', ne riparleremo in tempo venuto.

Nel 1983, stancato dalla gerarchia un po'stretta della mia impresa, passai alla concorrenza, sempre in installazione di fabbriche agroalimentari e farmaceutiche. In questa nuova impresa mi era affidato la responsabilità commerciale e tecnica dell'antenna parigina di un'impresa di lione. Fino a quest'epoca avevo disegnato, quindi messi a punto, quindi negoziato con i fornitori, sorvegliato le realizzazioni, e spesso anche fa l'insieme su molti contratti allo stesso tempo. Di conseguenza, andavo fare la stessa cosa, con più nella ricerca e la concezione, tanto con il cliente che al centro anche della mia impresa, con l'appoggio di un gruppo di tecnici specializzati ciascuno nella sua professione… Andavo così avere contatti umani a livelli più diversi. Affinché un impianto renda in effetti i servizi scontati, è bene  ovviamente necessario che la direzione sappia ciò che vuole produrre, ma occorre anche che l'utente interessato, quello che passerà i suoi giorni, a volte le sue notti, a volte la sua vita da fare funzionare “lo infonctionnable„, non sia messo alla divergenza. Immaginate l'alta direzione delle macchine Renault, fare correre Alain Prost al volante di una due cavalli, per guadagnare un campionato del mondo di formula 1? Non pensate che sarebbe legittimato di rifiutare?

Devo riconoscere che era per me un lavoro dei più passionnants. Purtroppo la passione è buona soltanto per essa stessa, e quello che la vive, ma coloro che lo circondano diminuiscono ogni giorno un po'più ai suoi occhi. Avevo la passione delle donne e degli straripamenti sessuali, avevo la passione dello sport automobile, la passione delle mie costruzioni di monoplaces, la passione del mio lavoro, lo sci, non lo vivevo troppo differentemente. Scusa -moi se ne dimentico ma penso che comprenderete facilmente dove potevano passare i miei, coloro che avrebbero dovuto, potere mettere la loro fiducia io.

Oh! Avevo certamente buona coscienza poiché ero per la liberazione della donna, per la libertà sessuale reciproca, ma anche per qualsiasi libertà d'azione, di funzione, di salario e combattevo anche ogni forma d'autoritarismo dell'uomo fuori del suo focolare come alla casa. Ero invece molto clemente per io stesso in ciò che riguardava ad esempio la concorrenza: Non facevo che piccoli spostamenti di alcune centinaia di chilometri per andare correre, e che più è, in famiglia se vi soddisfa, che ci se lo dica… Avrei voluto fare il campionato della Francia, come ve lo dicevo ci sono alcune pagine, vedere quello di Europa, ma per le necessità della mia famiglia, lavoravo duro per potere portarle allo sci o in vacanza d'estate dove partivo annoiarsi di lunghe settimane senza nulla dovere fare. È spesso ciò che lasciavo intendere e dicevo anche a volte apertamente. In realtà, soprattutto allora, era completamente falso. È vero che me aveva succeduto di partire in vacanza in famiglia a Torreilles come ne abbiamo già parlato, ma se le prime volte avessi portato la mia bicicletta, da quando facevo auto-cross, portavo monoplace che le seguiva ovunque. Passavo allora più chiaramente dal mio tempo da fare meccanica e trovavo sempre troppo lungo la mezz'ora che andavo passare in famiglia sulla spiaggia.

Non è tuttavia completamente falsi, che cercavo di conciliare passioni e famiglia, famiglia e lavoro, lavoro e riunioni, ma nonostante tutta la mia buona volontà non arrivavo mai a trovare l'equilibrio.

In quest'anno ottantatre, ci scoprimmo tuttavia una passione familiare comune. Una volta non è abitudine, ma una di più per me: L'escursione pedonale! Immaginato e guidata da me, ciò non poteva essere, piccole balades giornaliere di qualsiasi riposo. Come ad ogni nuova impresa, mi documentai molto bene. Avevo già sufficientemente affrontato le rugosità delle difficoltà climatiche, che sia a piedi, a bicicletta, in mobylette, in raduno qualsiasi terreno, in montagna ed io ne passa, per sapere che con la natura non si stato scherzato, si non truffo mai.

Eravamo dunque andati in famiglia al salone del camping caravaning comperare attrezzature, ed ogni domenica ci trascinavamo. Eravamo cominciati con piccole marce, quindi più grandi, quindi caricati, quindi caricati nelle colline, e quindi incaricati e lunghe di due giorni nelle colline. Poiche'il nostro addestramento era stata senza difetti, per le vacanze partimmo nei Pirenei orientali. Io, avevano in anticipo tracciato il percorso su carte di stato maggiore, e tutto ben indicizzato la nostra progressione. Facemmo un breve riconoscimento di alcuni punti tappe in automobile, mettemmo al riparo questa in amici a Perpignano, prendemmo il treno a Villefranche-de-Conflent, bevemmo un ultimo vetro al terrazzo di un caffè, e là: Direzione la montagna!

Al luogo di basare la nostra progressione sul più debole, come deve in simile caso, avevo da parte mia stabilito un calendario di marcia intermedia tra la mia passione dei grandi successi umani, e la dimensione del mio grande bambin Igor. Non aveva mentre dieci anni, ma non misuravano certamente già meno di un metro cinquanta, per un peso può essere di quaranta o quarantacinque chili. Ciò lo aveva fortemente indotto in errore. L'anno di prima di noi erano montati insiemi al supporto Canigou. Avevo dunque un'idea della sua forza, ma là, su molte settimane, avevo comunque previsto troppo grande. In ragione di quindici a diciassette chilometri al giorno, e graduali di tre a quattro giorni con uno solo giorno intermedio di riposo, facemmo in sedici giorni, un po'più di due cento chilometri. I nostri mutati il livello quotidiani raggiunsero spesso mille metri aumento, mille metri discesa. Per escursionisti esperti ed in pieno possesso dei loro mezzi, ciò non era stato straordinario, ma per la spedizione che formavamo, ciò dipese quasi dalla sfida. Ci tenemmo sempre nel programma dell'itinerario di base per obbligo dei punti d'acqua, ma a causa di piccoli errori di percorso, frôlâmes con due volte i limiti umani di ciascuno. Fu tuttavia egli me sembra, uno delle migliori memorie di famiglia di tutta la nostra vita comune, che resta a ciascuno di noi quattro.

L'anno 84, io corsi praticamente non. La cilindrata massima era passata da 1300 a 1600 CM3. Inoltre, per innovare pur restando in categoria massima, modificai il mio vecchio buggy e tentai di renderlo a quattro ruote diretrici, a partire da un gruppo propellente di golf GTI. Avevo in vista una quattro ruote diretrici e morici l'anno successivo.

Nel 1985, la regolamentazione avendo nuovamente cambiare, la cilindrata massima passò a due litri: Tutto era dunque ancora una volta da rifare! Capitolai questa volta dinanzi alla ricostruzione intera di una monoplace, e mi impegnai in questa nuova labeur in collaborazione con amici che non la seguirono nelle vie delle quattro ruote morici, mi accontentai dunque di uno due ruote quell' anno.

Il mio lavoro non era diminuito al contrario, ed encombrait quasi completamente la mia vita privata. Le mie settimane iniziavano verso quattro ore e mezzo il lunedì mattina ad essere al TGV di sei ore venti, ed a Lione due ore più tardi, per concludersi spesso soltanto il sabato sera. Poiché abitavo sempre Evreux, mi occorreva partire molto presto la mattina verso Parigi per ritornare soltanto molto tardi la sera, per evitare gli imbottigliamenti. Vi parlo là soltanto delle settimane teoricamente correnti, se non mi muovessi in clientela, ma ciò non arrivava praticamente mai. Generalmente non facevamo soltanto accorgersi con Annette. Più esattamente, la vedevo quando mi stendevo e mi alzavo, ma lo vedeva soltanto di rado. È comunque un po'vero, che c'era una parte di tutto ciò che facevo per loro tre, ma a che ciò serviva loro?

Che non avevo mai potuto limitare con prima, non fece certamente che peggiorare. I miei straripamenti sessuali in qualsiasi tipo, non si erano migliorati, anche se avessero un po'cambiato aspetti. Di TGV in camere di hotel, di camere di hotel in treni di notte… Certamente passo, ciò ci fungerebbe da nulla! Verso fine ottantaquattro, per evitare tutte le stanchezze di tragitto, iniziai a cercare una casa nella regione di Pontoise. Annette che da molti anni aveva ricominciato di lavorare, preferiva restare su Evreux. Comperammo dunque un terreno abbastanza grande ma ad alcuni passi del posto. Negoziai la costruzione di un padiglione ad un amico, e come i miei genitori lo avevano fatto alcuni anni prima, conservai a mio carico le sistemazioni esterne, i sanitari, l'impianto idraulico, il riscaldamento, la ventilazione, l'elettricità, gli piastrelle, infine una bagatelle.

Tutta la famiglia, in messo del suo e facemmo tutto ciò durante l'anno quattro venti cinque, tra due corse tuttavia. Anche mamma venne a raggiungerli in tutti i nostri sforzi. Si mascherò nuovamente in elettricista e preso Samuel come apprendista. Annette e Igor, si tagliarono una grande parte degli esterni, e fine settembre, anche se tutto non fosse completamente terminato, la nostra residenza era molto correttamente abitabile.

Avremmo potuto credere mentre tutto andava rientrare nella calma, ma ciò era stato senza contare sulla congiuntura economica. Nell'ottobre 1985, il mio Presidente mi insegnò che dopo analisi, si preparava di chiudere l'antenna parigina della società. La struttura era effettivamente difficilmente realizzabile.

Fu ovviamente per me un colpo duro, ma restai tuttavia, molto in buoni termini con lui. Mi propose dunque molte soluzioni, di cui prese in considerazione più particolarmente mia attenzione: Riprendevo a mio carico con la creazione di una società di cui diventava azionista, l'attività dell'antenna parigina per piccoli e medi contratti.

Ero in effetti introdotto presso la nostra clientela, ma così molto conosciuto del mezzo fornitori. Mi circondai dunque di molti altri amici industriali, e costituii una società anonima. Il nostro capitale era certamente minimo, ma poiché avevo in portafoglio molti affari sul punto di essere trattato nel settore farmaceutico, tutto sembrava jouable. Affittai uffici a Mantes la graziosa, ed iniziai ufficialmente la mia attività, il primo febbraio 1986.

Sul piano familiare, avevo giocato carta su tavola prima di impegnarla in questa via, su tutte le discussioni che avevamo potuto avere così spesso nel focolare. Come sempre, essendo ciascuno in buona fede, Annette mi aveva allora promesso tutta la sua migliore buona volontà. Se il problema non fosse venuto ciò che di essa stessa, certamente -elle avrebbe potuto fare qualcosa, ma annunciare due, come -elle avrebbe potuto? Allora rapidamente, troppo rapidamente, le nostre lacerazioni perpetue ripresero.

All'epoca, un anno fa e mezzo che avevo conosciuto Chantal. Non vi ho parlato di essa nel buon ordine, ma che importa. Avevo creduto ancora una volta di trovare esserlo gradito. Ne non potevo più di questa vita. Ogni volta ero sincero, ma ogni volta immergevo un po'più basso, quando miravo così a qualcuno. Quella volta, ciò era stata né la Colombia, né la Russia che li aveva separati, bensì essa che aveva voluto soltanto divertirsi alcuni mesi. Ero allora stato tutto sul bordo del suicidio e la sola cosa che la aveva allora trattenuta, non dimenticate che non avevo alcun timore della morte, era stato non culpabilise Samuel e Igor, ma anche Annette. Non lo avevo senza dubbio mai gradita come lo avrei dovuto, ma avevo sempre provato non a fargli male, anche se per disgrazia, ne gli avessi tuttavia sempre fatto. Avevo allora trovato la soluzione, almeno lo credevo -je. Avevo scritto una lettera alla loro attenzione, che andavo sempre conservare su me.

Questa traduzione è stata effettuata da un traduttore elettronico, è per questo che chiediamo a lei molta indulgenza, e siamo aperti a qualsiasi proposta dalla sua parte per una migliore interpretazione. Grazie per ciò, di volere contattarci qui.

Inizio del capitolo Su Su Su Su Su

Volevo che sappiano che la mia morte era stata accidentale, dovuta ai miei eccessi perpetui di velocità per i quali ogni persona che la conosceva la aveva predice la morte, ma assolutamente non a causa delle nostre sempiterne discordie. Da qualche parte, penso onestamente che volessi anche dire loro arrivederci, poiché li gradivo al di là di ciò che sapevo la dichiarazione ed i prodotti alimentari. Tutto andava tuttavia sempre più lontano, troppo lontano, troppo lontano…

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